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Analisi del fattore russo nelle relazioni tra Cina ed Europa
di Yan Shaohua
(traduzione ed adattamento di Herta Manenti)
Mi sono decisa a proporre questa lunga, e faticosa, traduzione invece di una sintesi sentendo che abbiamo un’urgenza di acquisire il punto di vista cinese. Trasferire approcci e linguaggi propri di quel mondo diventa, insieme all’analisi di certo interesse, uno strumento importante per districarsi nella complicata separazione in corso tra i mondi cinese e occidentale, che assumono sempre più una forma di incomunicabilità e incomprensione che è, a mio avviso, estremamente pericolosa. La lettura di questo tipo di materiale rappresenta un ottimo strumento a sostegno di chi, come la nostra area politica, continua pervicacemente nel tentativo difficilissimo di affrontare la crisi che ci affligge dallo scoppio del conflitto russo-ucraino evitando la trappola “di campo”, cercando di inserirci tra le pieghe della complessità che deve sempre essere la cifra interpretativa di chi auspica sinceramente che si possano perseguire percorsi di pace. Una lezione di equilibrio e reciproca comprensione nei rapporti tra Stati da assumere come nostra, per mitigare pulsioni semplificatorie che, come appare evidente, non vengono estremizzate neppure dai cinesi stessi. Questo pezzo evidenzia infatti come per primi i cinesi non intendano operare semplicistiche scelte di campo "pret a porter”. Al contrario, con fredda lucidità e pragmatismo, tipicamente cinesi, insistono nel cercare di trovare e proporre soluzioni, trasformando proattivamente le contraddizioni evidenti, da strumenti di conflitto in strumento di possibile soluzione dei conflitti. Auspico di dare un piccolo contributo ad una riflessione libera da incitazioni ideologiche, regalando a tutti uno strumento solido, volto a fare chiarezza, in modo serio e non conflittuale, alla lettura ed analisi delle relazioni con la Repubblica Popolare Cinese. Questo articolo analizza il modo in cui il fattore russo modella e influenza la politica cinese dell’UE analizzando la relazione triangolare Cina-UE-Russia. Negli ultimi anni, l’influenza del fattore russo nelle relazioni Cina-UE è diventata sempre più importante e il rapporto tra le relazioni tra Cina-UE, Europa-Russia e Cina-Russia hanno mostrato una tendenza a crescere. Pertanto, il fattore russo nelle relazioni Cina-UE merita di essere studiato, in particolare il modo in cui il fattore russo influenza le relazioni Cina-UE sullo sfondo del conflitto russo-ucraino necessita di un’analisi approfondita. A partire dalla crisi di Crimea del 2014, sia il fattore russo, che le relazioni sino-russe, hanno giocato un ruolo sempre più importante nella percezione e nella politica dell’UE nei confronti della Cina. Lo scoppio del conflitto russo-ucraino nel 2022 evidenzia ulteriormente l’importanza del fattore russo nelle relazioni tra Cina-UE, diventando uno dei fattori chiave che ne influenzano le relazioni. Sullo sfondo del conflitto russo-ucraino, il fattore russo ha rafforzato alcune delle idee esistenti nella politica cinese dell’UE e ha anche portato a nuovi cambiamenti nella percezione e nella politica dell’UE nei confronti della Cina, che si manifestano in particolare nel “legame” politico dell’UE con la Cina e la Russia. L’Unione Europea ha deciso di “ripensare la dipendenza economica e commerciale con la Cina e la Russia dal punto di vista economico e di incorporare la Cina e la Russia nelle sue considerazioni strategiche in termini di sicurezza”. Per gestire adeguatamente il fattore russo nelle relazioni Cina-UE, la Cina può gestire in modo costruttivo la relazione triangolare Cina-UE-Russia e adottare una strategia equilibrata tra le relazioni Cina-Russia e Cina-UE, per creare iniziative diplomatiche e aumentare lo spazio strategico. Anche l’UE deve cambiare il suo atteggiamento e la sua politica nei confronti della Cina, comprendere correttamente la natura del partenariato strategico sino-russo e la logica del suo sviluppo indipendente, e soprattutto evitare di considerare le relazioni sino-UE come una competizione strategica. Herta Manenti Dalla pubblicazione del documento “UE-Cina: Strategic Outlook” nel 2019, la percezione e la politica dell’UE nei confronti della Cina hanno subito cambiamenti significativi e anche le relazioni Cina-UE sono entrate in una fase di continuo adeguamento. L’attuale adeguamento della politica dell’UE nei confronti della Cina è il risultato della sovrapposizione di molteplici fattori, tra cui quelli interni all’UE e i vincoli politici bilaterali Cina-UE, nonché l’influenza e l’impatto di fattori esterni. Il conflitto tra Russia e Ucraina del febbraio 2022 è l’ultima manifestazione di tali fattori esterni. Essendo uno degli eventi geopolitici di più ampia portata dopo la Guerra Fredda, il conflitto russo-ucraino non solo ha avuto un forte impatto sull’ordine di sicurezza europeo, ma ha anche trasformato e plasmato profondamente l’ambiente delle relazioni Cina-UE, diventando un’importante fattore esterno. Sebbene la Cina non sia parte in causa nel conflitto tra Russia e Ucraina, esso rappresenta una delle principali sfide per la diplomazia cinese degli ultimi anni e ha anche portato significativi “effetti a catena” relativamente allo sviluppo delle relazioni tra Cina e UE, “effetto a catena” particolarmente evidente durante il vertice Cina-UE del 2022. Dopo aver sperimentato la crisi delle sanzioni reciproche del 2021, il vertice Cina-UE del 2022, preparato da tempo, avrebbe dovuto concentrarsi sulla discussione di come normalizzare le relazioni Cina-UE, ma lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha in gran parte azzerato l’agenda del vertice dominata invece dalla crisi. L’impatto del conflitto russo-ucraino sulla struttura politica ed economica internazionale e sulla Cina è stato ampiamente discusso nei circuiti accademici sia Cinesi che esteri. In generale, gli studiosi ritengono che il conflitto tra Russia e Ucraina sia un importante evento che ricade sulla struttura politica ed economica globale e che accelererà l’aggiustamento dell’ordine internazionale e delle relazioni tra grandi potenze. Tuttavia, sono rare le analisi sistematica del conflitto tra Russia e Ucraina e bilanciamento delle relazioni triangolari tra Cina UE-Russia, particolarmente su come il fattore russo pesi sulle relazioni sino-europee. Questo articolo cerca propone una lettura su come il fattore russo, e in particolare nel contesto del conflitto russo-ucraino, influisca sulle relazioni sino-europee. In termini di relazioni estere, le relazioni della Cina con altri Paesi raramente si riflettono sulle relazioni con la Russia, ma le attuali relazioni tra Cina e UE sembrano essere un’eccezione. Gli esperti cinesi di studi europei non sono nuovi nel proporre il fattore statunitense nelle relazioni sino-europee. Sin dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra la Cina e la Comunità europea nel 1975, il fattore USA è stato considerato strutturale nell’influenzare lo sviluppo delle relazioni sino europee, e gli studiosi cinesi hanno condotto uno studio e una ricerca approfondita su come il fattore USA influenzi le politiche dell’UE e dei suoi Stati membri nei confronti della Cina. Negli ultimi anni, con in crescere dell’interdipendenza tra le relazioni CINA-UE, UE-Russia, Cina- Russia, l’influenza del fattore russo nelle relazioni Cina-UE è diventato un tema sempre più importante, poiché l’interdipendenza tra le relazioni Cina-UE, UE-Russia e Cina-Russia è diventato sempre più importante vedendo la Russia al Centro di questa triangolazione. Tuttavia, rispetto al fattore Statunitense, l’influenza del fattore russo sulle relazioni tra Cina e UE non ha ancora ricevuto altrettanta e richiede attenzione sia da parte dell’accademia che nei circoli politici.

Nuove tendenze nell’interazione delle relazioni triangolari Cina-UE-Russia

Tra gli argomenti della ricerca nelle relazioni Internazionali, quella del “triangolo strategico” è una delle forme più comuni ed è diventata un importante argomento di ricerca nelle relazioni internazionali. I circoli accademici cinesi si concentrano per lo più sul triangolo Cina, Stati Uniti ed Europa, oppure su Cina, Stati Uniti e Russia e altre grandi potenze dominate da Cina e Stati Uniti. L’analisi della relazione triangolare tra Cina, Europa e Russia invece è relativamente rara, e l’analisi pertinente è spesso collocata sui quattro lati della Cina, della Russia, degli Stati Uniti e dell’Europa. È vero che gli Stati Uniti, in quanto al momento unico Paese egemone, esercitano un’influenza di livello globale, soprattutto sul proprio alleato, l’Unione Europea. Pertanto, è ragionevole concentrare l’analisi della relazione triangolare su Cina, Stati Uniti e Russia, ma l’analisi dell’interazione triangolare tra Cina, Stati Uniti e Russia o dell’interazione quadrilaterale tra Cina, Russia, Stati Uniti ed Europa non può sostituire completamente l’analisi della relazione triangolare tra Cina, Europa e Russia. In altre parole, la relazione triangolare sino-europeo-russa ha una sua legge di sviluppo e una sua logica di evoluzione relativamente indipendenti, e un’analisi di questa relazione triangolare ha anche un valore unico e indipendente. Nel contesto sempre più acceso in Eurasia, soprattutto con l’attuazione della strategia di “ribilanciamento” degli Stati Uniti, della strategia “verso ovest” della Cina e della strategia “verso est” dell’Unione Europea, anche le relazioni Cina-UE-Russia hanno gradualmente superato le caratteristiche strutturali di una relazione triangolare. Negli ultimi anni, con i cambiamenti della situazione internazionale e l’adeguamento del modello geopolitico del continente eurasiatico, anche l’interazione all’interno della relazione triangolare tra Cina, Europa e Russia ha mostrato una nuova tendenza. In primo luogo nelle relazioni UE-Russia: la Russia utilizza la Cina come leva nei confronti dell’UE al fine di aumentare le proprie capacità di contrattazione con l’Unione. La Russia è il più grande vicino dell’Unione Europea e l’UE e la Russia hanno anche lunghi legami storici, culturali, scientifici ed economici, ma la competizione geografica e le contraddizioni sono sempre state caratteristiche dominanti nelle relazioni tra UE e Russia. La questione centrale tra Europa e Russia è stata la costruzione di un ordine di sicurezza europeo post Guerra Fredda, in particolare il come gestire il cosiddetto “spazio post-sovietico”. Su questo tema, esistono differenze interpretative fondamentali tra UE e Russia, che sono anche due “forze strutturali” molto diverse tra loro. Nel corso della storia, le due potenze hanno anche mostrato diverse posture offensive e difensive nella competizione per lo “spazio post-sovietico”. Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, il potere della Russia si è indebolito, mentre l’Unione Europea e la NATO ne hanno approfittato dando slancio all’espansione verso est, risultando in una situazione di “Europa in attacco e Russia in difesa”. Negli ultimi anni, le molteplici crisi che si sono susseguite UE e la competizione strategica tra Cina e Stati Uniti sono diventati l’asse principale delle relazioni tra grandi potenze, e la Russia ha sfruttato le contraddizioni tra le varie parti per alleviare le proprie difficoltà strategiche, ottenendo anche effettivi vantaggi geopolitici creando un “caos controllabile”, trasformando le relazioni bilaterali in una situazione di “Russia all’attacco ed Europa in difesa”. Nel processo di offensiva diplomatica attiva contro l’UE, la Russia presta particolare attenzione alla mobilitazione della cooperazione russo-europea utilizzando il fattore cinese, il che è particolarmente evidente In campo energetico. Poiché la Russia è il fornitore di energia e Cina e Europa sono i “richiedenti”, esiste una certa competizione tra Cina ed Europa in termini di domanda energetica nei confronti della Russia, mentre la Russia sta utilizzando attivamente la sua posizione dominante come fornitore energetico e nella cooperazione energetica sino-russa, e la cooperazione energetica Cina-Russia per far leva sulla cooperazione energetica e sulle relazioni con l’UE. Dopo la crisi di Crimea del 2014, Russia e Cina hanno firmato un contratto trentennale per la fornitura di gas naturale del valore di 400 miliardi di dollari; da un lato, l’accordo ha alleggerito la pressione delle sanzioni occidentali sulla Russia, dall’altro ha costituito una merce di scambio politica contro l’Europa. Il vice ministro degli Esteri russo dell’epoca, Alexei Menshov, ha dichiarato pubblicamente che la cooperazione attiva della Russia con la Cina avrebbe “stimolato l’interesse europeo a costruire una partnership reciprocamente vantaggiosa con Mosca”. Per quanto riguarda la questione del “North Stream 2”, la Russia si avvale anche del fattore cinese per promuovere questo importante progetto energetico. Come importante canale di approvvigionamento che collega la Russia e la Germania, dal suo lancio nel 2015 il “North Stream-2” ha causato enormi controversie all’interno dell’Unione Europea e negli Stati Uniti. Gli Stati membri dell’Europa centrale e orientale e gli Stati Uniti si oppongono fermamente al progetto per motivi geopolitici e sicurezza energetica. Mentre il Nord Stream 2 era oggetto di controversie, la Russia promuoveva attivamente la costruzione del gasdotto diretto verso la Cina “Power of Siberia”. Una merce di scambio per le trattative con l’UE sul progetto Nord Stream 2. In secondo luogo nelle relazioni sino-russe, la Russia si concentra sull’utilizzo di fattori europei e americani per rafforzare le relazioni sino-russe e li usa per controllare e bilanciare i rapporti con l’UE. Dopo la crisi di Crimea, le relazioni tra la Russia e l’Unione Europea sono state messe in difficoltà e il rafforzamento della cooperazione con la Cina è diventato una direzione chiave della politica estera russa. Poiché la Cina e la Russia hanno posizioni simili o identiche su una serie di importanti questioni internazionali e regionali, le relazioni sino-russe si sono intensificate negli ultimi anni entrando gradualmente nel “miglior periodo della storia”. Nel 2019, le relazioni sino-russe sono state elevate a “partenariato strategico globale di coordinamento nella nuova era”, diventando il partenariato principale tra le relazioni diplomatiche della Cina. Questo posizionamento porta anche a una cooperazione completa e profonda tra Cina e Russia, producendo notevoli progressi nei settori del commercio, dell’energia, degli investimenti, dell’aerospazio, delle tecnologie dell’informazione, dell’agricoltura, dei trasporti e degli affari militari. Nel giugno 2021, il “Trattato di amicizia e cooperazione di buon vicinato sino-russo” è stato prorogato con successo a 20 dalla sua firma e la cooperazione strategica tra Cina e Russia negli affari globali e nella stabilità regionale è stata ulteriormente rafforzata. Il successo della diplomazia con la Cina ha ampliato notevolmente lo spazio di manovra diplomatico della Russia permettendole di ottenere un prezioso sostegno strategico dalla Cina e alleggerendo così notevolmente la pressione esercitata dalle sanzioni occidentali. Sebbene la Cina abbia ripetutamente sottolineato di aderire al principio di “non alleanza, non confronto, non presa di mira di terze parti” nelle relazioni sino-russe e di non avere obiettivi geopolitici rivolti all’UE nello sviluppo delle relazioni sino-russe, in pratica la Russia continua a usare le relazioni sino-russe per controllare e bilanciare l’UE, in modo che le relazioni sino-russe servano all’obiettivo strategico della Russia di giocare con l’Europa. Soprattutto nel gioco con l’UE e la NATO, la Russia sta cercando di usare le relazioni sino-russe per difendersi dalle pressioni dell’Europa e degli Stati Uniti su questioni come le sanzioni dell’UE e l’espansione della NATO verso est. Dopo essere stata sanzionata dall’Unione Europea nel 2014, la Russia ha continuato ad approfondire le sue relazioni con la Cina al fine di alleviare l’enorme pressione politica, economica e diplomatica che sta affrontando. Dopo aver allentato la pressione esterna con l’aiuto delle relazioni sino-russe, la Russia non si è fermata, ma ha intrapreso un’offensiva più dura nella sua diplomazia con l’Europa. Alla fine del 2021, da un lato, la Russia ha schierato più di 100.000 truppe al confine con l’Ucraina per fare pressione sull’Ucraina, sull’Europa e sugli Stati Uniti con una “politica sull’orlo della guerra”; dall’altro, ha proposto due progetti di accordi di garanzia di sicurezza agli Stati Uniti e alla NATO, chiedendo di “escludere la possibilità di un’ulteriore espansione della NATO verso est e l’adesione dell’Ucraina alla NATO”: “Nessun dispiegamento di ulteriori truppe e armi oltre a quelle già dispiegate prima del maggio 1997;e che la NATO abbandoni qualsiasi attività militare in Ucraina, Europa orientale, Transcaucaso e Asia centrale”. Questo può anche essere considerato un “uso pieno e realistico” delle relazioni sino-russe da parte della Russia. In terzo luogo nel contesto delle relazioni Cina-UE, l’UE “trasferisce” sulla Cina la sua insoddisfazione nei confronti della Russia. Negli ultimi anni, le relazioni Cina-UE sono entrate in un periodo di aggiustamento, conseguentemente la percezione e le politiche dell’UE nei confronti della Cina hanno a loro volta subito cambiamenti specifici. A partire dal 2019, il posizionamento dell’UE nei confronti della Cina è stato modificato da “partner strategico” a “partner cooperativo, concorrente economico e avversario istituzionale”, e la politica dell’UE nei confronti della Cina è diventata gradualmente più severa. Alla base dei cambiamenti nella percezione e nella politica dell’UE nei confronti della Cina vi è l’influenza di fattori complessi come la partita tra Cina e Stati Uniti, l’epidemia di Covid-19 e il deterioramento delle relazioni bilaterali tra Cina e Lituania. Nel contesto delle relazioni bilaterali sino Europee, le relazioni sino-russe non sono state tradizionalmente un argomento di particolare interesse. Ma negli ultimi anni il “riavvicinamento Cina-Russia” è diventato gradualmente un tema importante nella politica interna dell’UE e nella politica cinese. L’UE ha iniziato ad attribuire alla Cina la responsabilità di alcuni problemi nelle relazioni UE-Russia e a “sfogare” sulla Cina la propria frustrazione nei confronti della Russia. Ad esempio, dopo la crisi di Crimea del 2014, l’UE riteneva che la normale cooperazione economica e commerciale tra Cina e Russia avesse aiutato Mosca a resistere in qualche misura alle pressioni dell’UE e degli Stati Uniti. L’UE ha quindi accusato la Cina di aver peggiorato la cosiddetta “situazione russa”. Dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, la tendenza dell’Unione Europea a “trasferire” la propria insoddisfazione nei confronti della Russia sulla Cina è diventata più evidente. A seguito dell'”operazione militare speciale” della Russia, accuse e sospetti come la cosiddetta “teoria della conoscenza della Cina”, la “teoria della complicità sino-russa” e persino la “teoria dell’aiuto militare cinese alla Russia”, che hanno pervaso l’Europa e il mondo occidentale, sono la rappresentazione dell’insoddisfazione Europea nei confronti della Russia e la “colpevolizzazione” della Cina. In realtà, sulla questione del conflitto tra Russia e Ucraina, la Cina, come l’India, il Brasile e altri Paesi emergenti e la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, ha adottato una posizione relativamente equilibrata e si è impegnata a suo modo per promuovere colloqui di pace. Tuttavia, data l’influenza globale della Cina e la vicinanza delle relazioni sino-russe, l’UE ha “riposto” maggiori aspettative nella Cina. Pertanto, rispetto ad altri Paesi terzi, è la Cina che subisce maggiori pressione da parte dell’UE. Da un lato, l’UE si aspetta che la Cina usi la sua influenza sulla Russia per svolgere il ruolo di mediatore e creare le condizioni per i colloqui di pace; dall’altro, dopo che questa aspettativa è venuta meno, l’UE ha esercitato pressioni sulla Cina, chiedendo a gran voce alla Cina, in occasione del vertice Cina-UE, di non eludere le sanzioni contro la Russia o di fornire assistenza alla Russia. Nel gennaio 2023, l’UE e la NATO hanno firmato la terza dichiarazione di cooperazione, in cui non solo si afferma senza mezzi termini che la Russia è “la minaccia più grave per l’Occidente da decenni”, ma si considera anche la Cina come una “sfida che deve essere affrontata”. L’UE e la NATO hanno firmato due dichiarazioni di cooperazione rispettivamente nel 2016 e nel 2018, ma non hanno menzionato la Cina. Con la dichiarazione del 2023 è la prima volta che l’UE e la NATO hanno espresso congiuntamente la loro posizione sulla Cina sotto forma di documento ufficiale, riflettendo la cooperazione dell’UE e della NATO e la Convergenza nell’ Interpretazione della Cina.

Il fattore russo nelle relazioni Cina-UE: dalla crisi di Crimea alla crisi ucraina

Durante la Guerra Fredda, lo sviluppo delle relazioni sino-europee è stato limitato dalla struttura bipolare dei rapporti Stati Uniti-Unione Sovietica, determinando un “rapporto derivato”. Dopo la fine della Guerra Fredda, nonostante i contrasti tra Europa e Russia, le due parti hanno generalmente mantenuto una relazione stabile e cooperativa. Nel 1994 le due parti hanno firmato l'”Accordo di partenariato e cooperazione” (Partnership and Cooperation Agreement, PCA), gettando le basi per le relazioni bilaterali. La Cina ha anche sviluppato autonomamente relazioni bilaterali parallele sia con la Russia che con l’Unione Europea, istituendo rispettivamente il Partenariato strategico cooperativo Cina-Russia (1996) e il Partenariato strategico globale Cina-UE (2003). Nel caso di relazioni stabili tra UE e Russia, lo sviluppo parallelo del partenariato Cina-UE e del partenariato Cina-Russia dimostra anche che il fattore russo nelle relazioni Cina-UE non è palese. Dopo il 2014, il fattore russo nelle relazioni Cina-UE è diventato gradualmente prominente, la ragione principale è un importante punto di svolta nelle relazioni UE-Russia. Nel marzo 2014, la Russia ha promosso un referendum per incorporare la Crimea nella Federazione Russa. Questo “incidente” ha cambiato radicalmente il processo delle relazioni UE-Russia avviato dall’APC, interrompendo il percorso di integrazione della Russia in Europa dopo la Guerra Fredda. In risposta, l’UE ha annullato il meccanismo di dialogo ai vertici con la Russia e ha imposto alla Russia sanzioni economiche e commerciali di ampia portata. Mentre le relazioni tra Europa e Russia si allentano gradualmente, quelle tra Cina e Russia incrementano gradualmente, il commercio bilaterale continua a crescere e vengono mantenute una stretta comunicazione e cooperazione sulle principali questioni internazionali e regionali. L’approfondimento del partenariato strategico sino-russo non è solo il risultato della “svolta a est” della diplomazia russa dopo le sanzioni dell’UE, ma anche dello spostamento dell’attenzione strategica degli Stati Uniti verso l’Asia-Pacifico dopo l’attuazione della politica di ribilanciamento strategico “Pivot Asia” promosso dall’amministrazione Obama, che ha portato gli alleati comuni a esercitare una pressione strategica sulla Cina. Nel processo di approfondimento del partenariato strategico con la Russia, la Cina è più interessata ai fattori statunitensi che a quelli europei. La Cina ha ripetutamente sottolineato che le relazioni sino-russe sono “non allineate, non conflittuali e non mirano a terze parti”. Tuttavia, agli occhi di alcuni studiosi europei, il partenariato sino-russo viene gradualmente percepito come un “rinoceronte grigio” che potrebbe avere un forte impatto sull’UE. Nella percezione e nella politica dell’UE nei confronti della Cina, anche il fattore russo e le relazioni sino-russe stanno assumendo un peso sempre maggiore. Prima del conflitto russo-ucraino, all’interno dell’UE si discuteva a lungo di “amicizia Cina-Russia” o “allineamento Cina-Russia”, e persino del cosiddetto “asse Cina-Russia”. Nelle discussioni in merito, l’UE non solo presta attenzione all’impatto del “coordinamento sino-russo” sull’economia e sulla sicurezza europea, ma è anche molto vigile sul suo impatto sul modello dell’Eurasia e sull’ordine internazionale multilaterale. Anche la NATO, pilastro della sicurezza europea, ha iniziato a prestare attenzione all’impatto del partenariato strategico sino-russo. Dopo che la Cina è stata menzionata per la prima volta nella dichiarazione del vertice del 2019, la NATO ha espresso per la prima volta preoccupazione per il partenariato strategico sino-russo nel “Concetto strategico” pubblicato nel 2022, dichiarando che “l’approfondimento del partenariato strategico tra Cina e Russia […] è contrario ai valori e agli interessi [della NATO]”. In risposta al “coordinamento sino-russo”, l’UE (in particolare Francia e Germania) ha cercato di allentare le relazioni con la Russia. Il presidente francese Macron è stato il primo leader dell’UE a parlare pubblicamente dell’impatto del “coordinamento sino-russo” sull’Europa. In un’intervista rilasciata alla rivista britannica Economist nel novembre 2019, Macron ha chiesto un maggiore dialogo e impegno con la Russia per evitare che quest’ultima diventi un cosiddetto “Stato vassallo” della Cina. Questa proposta ha suscitato grandi polemiche e critiche in Europa, ma ha ottenuto un certo sostegno in Germania. Nel febbraio 2021, l’allora ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha avvertito l’Europa di non tagliare tutti i ponti di comunicazione con la Russia, sostenendo che ciò “spingerebbe la Russia e la Cina l’una nelle braccia dell’altra, creando così la più grande alleanza economica e militare del mondo”. “Nel febbraio 2021, il rappresentante della politica estera e di sicurezza dell’UE Josep Borrell ha visitato Mosca. In un momento in cui le relazioni tra l’UE e la Russia erano in una fase di stallo, questo è stato un tentativo dell’UE di mantenere un rapporto costruttivo con la Russia. Poiché la Russia ha espulso tre diplomatici dell’UE durante la visita di Borell in Russia, dimostrando un atteggiamento intransigente su molte questioni, questa visita ha suscitato grandi critiche all’interno dell’UE ed è stata considerata “un dannato errore” e “un fallimento catastrofico”. Dopo il fallimento del tentativo di impegnarsi con la Russia, l’UE è passata a fare pressione sulla Cina nelle relazioni Cina-UE, esprimendo le proprie preoccupazioni sul “coordinamento sino-russo”. Di conseguenza, il fattore russo è diventato una questione inevitabile nelle relazioni Cina-UE, più esplicita nelle relazioni tra la Cina e alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale. Nel 2012, la Cina e i Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno istituito il meccanismo di cooperazione “16+1”, che è stato aggiornato a “17+1” nel 2019, con l’obiettivo di promuovere la cooperazione pratica con i Paesi dell’Europa centrale e orientale per bilanciare lo sviluppo delle relazioni Cina-Europa. Dopo dieci anni di duro lavoro, il “17+1” è diventato un’importante piattaforma per la cooperazione istituzionalizzata tra i PECO e la Cina. Tuttavia, alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno espresso dubbi sulla partecipazione a questo meccanismo di cooperazione. Nel maggio 2021, il governo lituano ha annunciato il suo ritiro dal “17+1”, e anche l’Estonia e la Lettonia hanno annunciato il loro ritiro nell’agosto 2022. Molti analisti ritengono che alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale abbiano spostato le loro politiche verso la Cina a causa della mancanza di risultati economici tangibili, mentre molti studiosi cinesi tendono a sottolineare l’influenza del fattore statunitense. Non c’è dubbio che, all’interno dell’UE, i Paesi dell’Europa centrale e orientale dipendano maggiormente dalla protezione degli Stati Uniti in materia di sicurezza, soprattutto per far fronte alla minaccia russa. Con l’espansione della competizione strategica sino-statunitense a terze parti come l’Europa e il rafforzamento del coordinamento strategico tra Stati Uniti ed Europa nei confronti della Cina, il fattore statunitense ha svolto un ruolo decisivo nel plasmare le cognizioni e le politiche dei Paesi dell’Europa centrale e orientale nei confronti della Cina, ma l’impatto del fattore russo non può essere ignorato. Secondo alcuni studiosi europei, il conflitto russo-ucraino non solo conferma le opinioni dei Paesi dell’Europa centrale e orientale sulla Russia, ma influisce anche sull’atteggiamento dei Paesi dell’Europa centrale e orientale nei confronti della politica cinese. L’UE vede la crisi ucraina come una “minaccia esistenziale” e tende quindi a definire le relazioni bilaterali in termini di posizioni di altri Paesi sulla crisi. Dopo il vertice UE-Cina del 2022, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sottolineato in una dichiarazione ai media che “l’invasione russa dell’Ucraina non è solo un momento decisivo per il continente europeo, ma anche un fattore decisivo per le relazioni tra (l’UE) e altri Paesi”. Borrell ha pubblicato l’articolo “Sulla scelta e responsabilità della Cina”, sottolineando che “la guerra della Russia contro l’Ucraina richiede che ogni Paese prenda una posizione”, e ha chiaramente sottolineato che la “gestione separata” delle relazioni Cina-UE non è fattibile e che la questione Ucraina coinvolge i principi e i valori fondamentali dell’UE, quindi è difficile separarla da altre aree delle relazioni Cina-UE. Ciò significa che lo sviluppo delle relazioni Cina-UE è strettamente connesso alle relazioni Cina-Russia e alla posizione della Cina sulla questione ucraina. Al momento esiste ancora un divario tra la Cina e l’UE su questioni come la percezione e la risoluzione del conflitto russo-ucraino, che diventerà un grave ostacolo politico allo sviluppo delle attuali relazioni Cina-UE. In termini di fattori strutturali esterni, le relazioni Cina-UE sono state tradizionalmente influenzate soprattutto dalla relazione triangolare tra Cina, Stati Uniti ed Europa, ma a partire dalla crisi della Crimea nel 2014, l’influenza della relazione triangolare tra Cina, Europa e Russia ha iniziato gradualmente ad emergere. Un risultato oggettivo del conflitto russo-ucraino è che le attuali relazioni Cina-UE sono vincolate dai due triangoli strategici tra Cina, Stati Uniti ed Europa da una parte e tra Cina, Russia ed Europa dall’altra. Nella relazione triangolare tra Cina, Stati Uniti ed Europa, la competizione strategica tra Cina e Stati Uniti è cruciale. L’Unione Europea, in quanto alleata degli Stati Uniti, considera la Cina un “amico dei rivali”. Nella relazione triangolare Cina-UE-Russia, il gioco UE-Russia è la contraddizione principale e la Cina, in quanto partner strategico della Russia, è considerata dall’UE come un “amico del rivale”. Turbati dalla crisi in Ucraina, l’UE e la Russia sono in uno stato di pieno conflitto. Rispetto agli “amici dei rivali”, l’UE presta maggiore attenzione all’impatto e all’influenza degli “amici dei rivali” su di essa. In altre parole, mentre la crisi ucraina continua e diventa più profonda, i fattori russi potrebbero superare quelli statunitensi per diventare il fattore esterno più importante per l’influenza sulle relazioni Cina-UE in un certo periodo di tempo.

Cambiamenti cognitivi nella politica dell’UE nei confronti della Cina a seguito del conflitto Russo-ucraino

Come influisce il fattore russo sulle relazioni Cina-UE? Il conflitto tra Russia e Ucraina ne è forse l’esempio più chiaro. Dallo scoppio del conflitto, le politiche dell’UE nei confronti della Russia e della Cina sono state discusse quasi contemporaneamente e la Cina è spesso “coinvolta” nelle discussioni dell’UE sulla crisi russo-ucraina. In altre parole, dal punto di vista dell’UE, il conflitto tra Russia e Ucraina non è solo legato alla politica dell’UE nei confronti della Russia, ma anche alla politica dell’UE nei confronti della Cina. A giudicare dalle discussioni e dalle pratiche politiche in Europa dallo scoppio del conflitto, il conflitto tra Russia e Ucraina non solo ha rafforzato alcune idee preesistenti, ma ha anche portato a nuovi cambiamenti nella percezione e nella politica dell’UE nei confronti della Cina. In un certo senso, è il risultato dell’introduzione da parte dell’Unione Europea del pensiero relativo alla politica russa nel dibattito sulla politica cinese dell’Unione. Sullo sfondo del conflitto russo-ucraino, i cambiamenti nella percezione e nella politica dell’UE nei confronti della Cina si riflettono principalmente nei tre aspetti della politica, dell’economia e della sicurezza.
L’UE “lega” politicamente Cina e Russia
Dal punto di vista politico, il conflitto tra russo-ucraino ha intensificato la tendenza dell’Unione Europea a “legare” politicamente Cina e Russia. Il cosiddetto “bundling” politico è ancora essenzialmente un pensiero da Guerra Fredda basato sull’ideologia, ovvero sul classificare politicamente Cina e la Russia nel campo dei cosiddetti Paesi “autoritari” e su questa base ripensare a come impegnarsi con i diversi sistemi politici. In effetti, prima del conflitto tra Russia e Ucraina, l’UE e gli Stati Uniti avevano già realizzato un coordinamento politico e ideologico nei confronti della Cina. Da un lato, hanno rafforzato attivamente il legame dei valori europei e statunitensi e hanno costruito la cosiddetta “alleanza dei valori”; dall’altro, hanno “alienato” la Cina dal punto di vista ideologico, costringendo il rapporto con la Cina nel cosiddetto quadro binario “democrazia vs autoritarismo”. Pertanto, prima del conflitto russo-ucraino, l’UE aveva già in certa misura legato politicamente Cina e la Russia considerando il proprio rapporto Cina e Russia nel contesto del suo rapporto con i cosiddetti Paesi “autoritari”. Ciò si riflette anche nell’espressione “oppositori istituzionali” utilizzata nel definire il posizionamento della Cina. Sebbene questa espressione e il “bundling” abbiano portato negli ultimi anni l’UE ad adottare una politica più severa nei confronti della Cina, non hanno generato un cambiamento fondamentale nella politica cinese dell’UE. L’UE mantiene ancora il suo approccio “tricotomico” nei confronti della Cina, che include elementi di cooperazione, concorrenza e confronto istituzionale allo stesso tempo, mettendo al primo posto la cooperazione. Ciò continua a mantenere un posizionamento molto rispetto a quello delle politiche dell’UE nei confronti della Russia. La “tricotomia” dell’UE nel posizionamento sulla Cina ha subito aggiustamenti dinamici da quando è stata proposta nel 2019. Sebbene questo posizionamento sia stato accettato da un maggior numero di istituzioni europee e di Stati membri, all’interno dell’UE ci sono ancora controversie su come bilanciare i diversi livelli di posizionamento nei confronti della Cina. Nell’aprile 2021, l’UE ha verificato l’attuazione del documento “UE-Cina: Strategic Outlook” discutendo nello specifico la questione degli aggiustamenti politici nei confronti della Cina. Tra questi, alcune voci hanno sottolineato la necessità di attuare una politica più dura nei confronti della Cina, sottolineando il ruolo della Cina come “avversario istituzionale”. Si può notare che all’interno dell’UE permangono opinioni diverse sull’equilibrio tra i tre diversi livelli di “cooperazione, competizione e rivalità istituzionale” nella politica cinese dell’Unione Europea, “Negli ultimi anni, la ricerca di un equilibrio tra molteplici aspetti è diventata la chiave di lettura della politica cinese europea”. Lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha generato due cambiamenti interconnessi nella politica cinese dell’UE. Da un lato, il conflitto tra Russia e Ucraina ha in larga misura modificato la percezione dell’UE sulla natura delle relazioni sino-russe rendendo la tendenza dell’UE a “collegare” politicamente Cina e Russia una costante nel discorso ufficiale. Alla vigilia del conflitto tra Russia e Ucraina, la firma della “Dichiarazione congiunta sino-russa sulle relazioni internazionali e lo sviluppo sostenibile globale nella nuova era” (di seguito “Dichiarazione congiunta sino-russa”) è stata assunta dall’UE come un “salto di qualità” nelle relazioni sino-russe. Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco del 2022, anche Jose Borrell, Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha tenuto un discorso sul tema dei rapporti con la Cina e la Russia. Nel suo discorso, ha considerato la “Dichiarazione congiunta sino-russa” come il culmine del “tentativo di ridefinire l’ordine internazionale” di Cina e Russia, definendola addirittura un cosiddetto “manifesto revisionista”. Il 25 aprile 2022, in occasione del “Dialogo di Raisina” tenutosi a Nuova Delhi, capitale dell’India, anche la Presidente della Commissione europea von der Leyen ha interpretato la dichiarazione congiunta sino-russa come un apparente “trattato di alleanza senza limiti” (patto senza limiti), esprimendo preoccupazione per l’impatto delle relazioni sino-russe in Europa e in Asia. Va sottolineato che il “vincolo” politico di Cina e Russia si riflette attualmente più a livello discorsivo dei singoli leader dell’UE e non è stato raggiunto alcun consenso a livello politico. In particolare, alcuni Paesi dell’UE sperano ancora che la Cina mantenga le distanze dalla Russia. E applicano ancora con riserva “l’accorpamento” di Cina e. Questo dimostra che all’interno dell’UE ci sono ancora differenze nell’interpretazione di questo tema e che il “vincolo” politico di Cina e Russia potrebbe in realtà diventare un “peso insopportabile” per l’Unione Europea. D’altra parte, mentre “lega” politicamente Cina e Russia, l’UE si sta anche orientando strategicamente verso gli Stati Uniti, stringendo legami più stretti con questi ultimi. La relazione triangolare si è sviluppata in uno schema di campo “Stati Uniti-Europa vs Cina-Russia”. Dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, la Cina ha sempre dichiarato di decidere la propria posizione in base al merito della questione, di sostenere il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi e di risolvere pacificamente le controversie internazionali in conformità con gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite. La posizione della Cina è stata interpretata dall’UE come la cosiddetta “neutralità filorussa” e “sostegno strategico” alla Russia. Le preoccupazioni per la posizione della Cina hanno anche spinto l’UE a propendere maggiormente per gli Stati Uniti su alcune importanti questioni legate alla competizione strategica tra la Cina e gli Stati Uniti come mezzo per plasmare le relazioni sino-russe. Pertanto, alcuni analisti hanno sottolineato che il conflitto russo-ucraino ha dato all’Europa un “voto chiave” nella competizione tra Cina e Stati Uniti, trasformando l’UE sempre più in una competizione istituzionale con la Cina. L'”accorpare”politicamente Cina e Russia da parte europea ha avuto un profondo impatto sulle relazioni politiche sino-europee e ha posto maggiori sfide agli sforzi dell’UE di bilanciare i diversi aspetti della sua politica cinese. Sotto l’impatto del conflitto russo-ucraino, l’equilibrio della “tricotomia” dell’UE nella politica cinese potrebbe essere ulteriormente inclinato in direzione degli “oppositori istituzionali”. Il 17 ottobre 2022, il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’UE tenutosi a Lussemburgo si è concentrato sulla questione delle relazioni Cina-UE nel nuovo contesto internazionale. La competizione economica e il confronto istituzionale sono diventati il fulcro della discussione sulla politica cinese dell’UE. L’incontro ha anche stabilito un nuovo tono per la politica cinese dell’UE sullo sfondo del conflitto tra russo-ucraino. In seguito, Borrell ha sottolineato che la poliedrica politica dell’UE nei confronti della Cina resta valida e che l’UE continuerà a cooperare con la Cina in aree di interesse comune come il cambiamento climatico. La posizione centrale è il livello di concorrenza, ed è anche stato il punto più discusso e sottolineato. Si può notare che, sebbene il conflitto tra Russia e Ucraina non abbia cambiato la politica cinese dell’UE in generale, l’equilibrio tra i diversi livelli della politica cinese Europea ha iniziato a passare dall’enfasi sulla cooperazione all’enfasi sulla alla competizione.
L’UE ripensa la sua dipendenza economica e commerciale da Cina e Russia.
Dal punto di vista economico, il conflitto ha spinto l’UE a ripensare la sua dipendenza economica e commerciale dalla Russia e dalla Cina e la sua filosofia di cooperazione economica e commerciale. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha reso evidente la dipendenza, e conseguente vulnerabilità energetica dell’UE dalla Russia, oltre a spingere l’UE a ripensare le relazioni economiche e commerciali tra Cina e UE per evitare nuovi simili problemi di “eccessiva dipendenza”. Piotr Buras, studioso dell’European Council on Foreign Relations, ha affermato che un’importante lezione che la Germania ha imparato dal conflitto tra Russia e Ucraina è che l’interdipendenza non può più garantire la sicurezza, e questo influenzerà anche le relazioni della Germania con la Cina. Alla riunione degli inviati diplomatici del 2022, Borrell ha sottolineato con franchezza che la passata prosperità dell’UE si basava sull’energia della Russia e sul mercato della Cina, mentre la sicurezza dell’UE dipendeva dagli Stati Uniti. Costruire la propria sicurezza su basi diverse è costato caro all’UE. Pertanto, ha affermato senza mezzi termini che il mondo in cui gli Stati Uniti forniscono le basi della sicurezza e la Russia e la Cina quelle della prosperità non esiste più. Ne consegue che l’UE non separerà più la prosperità dalla sicurezza. Nelle sue relazioni economiche e commerciali con Russia e la Cina, l’UE terrà conto delle considerazioni sulla sicurezza. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha costretto l’UE a ripensare a due importanti questioni legate all’interdipendenza economica e commerciale. Una è la tradizionale teoria della “pietra di zavorra” economica e commerciale, che portava L’UE a ritenere che essendo il principale partner commerciale per il mercato energetico russo, questo avrebbe spinto automaticamente la Russia, attraverso la cooperazione e l’interdipendenza economica e commerciale, alla cooperazione con L’UE diventando appunto quella “pietra di zavorra” nelle relazioni tra UE-Russia. La Germania ha resistito alle pressioni degli Stati Uniti e alle critiche di alcuni Stati membri dell’UE e ha insistito nel promuovere la costruzione del gasdotto per il gas naturale “North Stream 2” in virtù di questa interpretazione. L’Unione Europea riteneva che, oltre ai vantaggi economici, questo progetto potesse essere sfruttato per influenzare la Russia. Tuttavia, lo scoppio del conflitto tra russo-ucraino ha reso L’UE consapevole che l’interdipendenza economica e commerciale e la minaccia di sanzioni non possono impedire alla Russia di intraprendere le cosiddette “azioni militari speciali” contro l’Ucraina. La seconda questione riguarda la “militarizzazione” dell’interdipendenza. Dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, la dipendenza economica e commerciale tra Europa e Russia non solo non ha svolto il ruolo auspicato di “zavorra”, ma è diventata anche un’arma con reciproche sanzioni. In particolare, l’Unione Europea, che dipende fortemente dalla Russia per le importazioni di energia, ha sofferto della “militarizzazione” dell’energia e sta pagando un prezzo molto alto. Dopo un’iniziale esitazione, l’UE ha risposto a entrambe le questioni con sanzioni radicali contro la Russia determinata a liberarsi a tutti i costi dalla sua dipendenza energetica. Poiché in passato l’economia dell’UE si basava in larga misura sull’energia russa a basso costo, questa decisione equivale ad avviare il processo di “de-russificazione” a livello economico, portando le relazioni UE-Russia in un’epoca di “grande disaccoppiamento”. Poiché l’interdipendenza sino-europea è molto più ampia in termini di profondità e ampiezza rispetto a quella con la Russia, il tipo di “grande disaccoppiamento” che è in corso tra l’UE e la Russia è inimmaginabile tra la Cina e l’UE. Nel marzo 2023, von der Leyen ha chiarito nel suo discorso sulle relazioni Cina-UE che il disaccoppiamento dalla Cina non è fattibile né nell’interesse dell’Europa. Tuttavia, l’UE ritiene che i due problemi di cui sopra, riscontrati nella sua dipendenza economica e commerciale dalla Russia, portino ad un ripensamento delle relazioni tra Cina-UE. Nel contesto del conflitto russo-ucraino, si sono verificati nuovi cambiamenti nelle discussioni e nei punti di vista dell’UE sulle due questioni sopra citate. Per quanto riguarda la questione della “zavorra” economica e commerciale Cina-UE, l’atteggiamento dell’UE è cambiato da positivo a cauto. L’UE ha iniziato a mettere in dubbio l’efficacia della teoria della “pietra di zavorra” economica e commerciale e a preoccuparsi dei rischi causati dalla dipendenza economica e commerciale. Per molto tempo, la cooperazione economica e commerciale è stata considerata il pilastro più importante e la “pietra di zavorra” delle relazioni Cina-UE. In base al concetto di “wandel durch handel” [cambiamento attraverso il commercio] sostenuto dalla Germania, anche l’UE ha un atteggiamento positivo nei confronti dell’approfondimento della cooperazione economica e commerciale Cina-UE. Tuttavia, l’insoddisfazione per lo squilibrio dei benefici, le preoccupazioni per la sicurezza economica e la delusione per i risultati attesi hanno modificato il punto di vista dell’UE sul quadro economico tradizionale di “promozione del cambiamento attraverso gli affari “nei confronti della Cina. Dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, anche la teoria della “zavorra” economica e commerciale dell’UE e la teoria della “promozione del cambiamento attraverso il business” nelle relazioni con la Cina sono sempre costellati di dubbi. Nell’aprile 2022, l’European Think Tank Network for China Studies (ETNC) ha pubblicato un rapporto annuale sul tema “La dipendenza dell’Europa dalla Cina”. Il rapporto ritiene che la questione della dipendenza dalla Cina sia diventata una “preoccupazione comune” dell’UE e dei suoi Stati membri, mentre il conflitto tra Russia e Ucraina ha “ctrasformato la comprensione dell’UE di concetti come dipendenza e vulnerabilità”. Si sono verificati alcuni cambiamenti nella filosofia economica e commerciale nei confronti della Cina, ovvero l’UE non considera più “ingenuamente” la dipendenza economica e commerciale come una ” zavorra” nelle relazioni bilaterali, ma considera sempre più l’interdipendenza con la Cina dal punto di vista della sovranità economica e della sicurezza. Naturalmente, questo cambiamento non significa che l’interdipendenza stabilita tra Cina e UE negli ultimi decenni cambierà nel breve termine, ma che l’UE sta cercando un punto di equilibrio tra rischi e benefici derivanti dalla sua dipendenza economica e commerciale dalla Cina. In altre parole, ciò che l’UE cerca non è un disaccoppiamento dalla Cina, ma il cosiddetto “de-risking”. La concretizzazione di questa di questo pensiero “privo di rischi” a livello politico è che l’UE ha iniziato a cercare attivamente di ridurre la sua dipendenza dalla Cina e di aumentare la diversità della cooperazione economica e commerciale. Prendendo come esempio l’industria verde, l’UE dipende fortemente dalla Cina nei settori dei materiali rari (terre rare, magneti permanenti), delle apparecchiature fotovoltaiche e di quelle eoliche necessarie alla transizione verde e ha quindi bisogno di cooperare con la Cina. Tuttavia, sotto l’influenza del conflitto russo-ucraino, l’UE teme che la sua dipendenza dalla Cina nel campo delle nuove energie possa replicare l’errore fatto nell’ affidarsi alla Russia nel campo dell’energia tradizionale. Le apparecchiature fotovoltaiche e le batterie al litio sono in rapida espansione e l’UE teme una nuova dipendenza, dalla Cina, nel campo delle nuove energie. Nel settembre 2022, la “Proposta per le imprese dell’UE in Cina” pubblicata dalla Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina ha sottolineato che sempre più imprese europee in Cina hanno formato un “sistema a doppio binario”, ovvero un sistema viene utilizzato per gli affari cinesi e l’altro per gli affari globali. Alcune aziende stanno anche valutando opzioni come il reshoring, il nearshoring e il friend-shoring. Questo fenomeno riflette che l’Europa attribuisce ancora grande importanza al mercato cinese, spera di continuare a mantenere rapporti economici e commerciali in questo importante mercato, ma spera di evitare un’eccessiva dipendenza dal mercato cinese bilanciando rischi e benefici nelle relazioni economiche e commerciali con la Cina. Per quanto riguarda la questione della “militarizzazione” dell’interdipendenza, il conflitto tra Russia e Ucraina ha anche aggravato le preoccupazioni dell’UE sulla “militarizzazione” della dipendenza economica e commerciale tra Cina e UE e ha spinto l’UE a intensificare l’introduzione di contromisure. Prima del conflitto, l’UE ha definito le contromisure della Cina contro la violazione del principio “una sola Cina” da parte della Lituania come “coercizione economica” e ha usato questo pretesto per promuovere vigorosamente l’introduzione del cosiddetto “Strumento anti-coercizione”. Naturalmente, questo strumento non è rivolto solo alla Cina, ma anche alla crescente tendenza a fare dell’interdipendenza economica e commerciale su scala globale un arma politica. L’UE riconosce che nell’era della globalizzazione, la “coercizione economica” rappresenta una nuova forma di potere statale che ha ampiamente sostituito il conflitto militare aperto. Lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina e le successive sanzioni reciproche rappresentano un ibrido di conflitto militare e “coercizione economica”, costringendo l’UE ad accelerare il processo legislativo degli “strumenti anti-coercizione” volto ad adattarsi al nuovo ordine geo-economico e spianare la strada alla possibile cooperazione dell’UE con la Russia in una guerra economica a lungo termine. Coerentemente con i cambiamenti nella visione dell’UE sull’interdipendenza, l’introduzione di “strumenti anti-coercizione” rappresenta anche un “cambiamento di paradigma” nella politica commerciale dell’UE, vale a dire che l’UE non considera più il libero scambio e l’apertura di nuovi mercati come fini a se stessi, ma presta maggiore attenzione a come proteggere meglio gli interessi e i valori dell’UE in un mondo globalizzato caratterizzato dall’interdipendenza e dalla concorrenza. La Cina e l’UE sono i maggiori partner commerciali l’uno dell’altro e il cambiamento di paradigma della politica commerciale dell’UE è destinato ad avere un impatto sulla cooperazione economica e commerciale tra Cina e UE.
L’importanza della geopolitica e delle considerazioni sulla sicurezza nella politica cinese dell’UE è aumentata
In termini di sicurezza, il conflitto tra Russia e Ucraina ha esacerbato la tendenza alla securizzazione delle relazioni Cina-UE e la percentuale di considerazioni geopolitiche e di sicurezza nella politica cinese dell’UE è aumentata. Tradizionalmente, le questioni “politiche di alto livello” come la geopolitica e la sicurezza non hanno avuto una posizione di rilievo nelle relazioni Cina-UE. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che la Cina e l’Europa non hanno conflitti geopolitici fondamentali nelle rispettive regioni, il che costituisce una differenza tra le relazioni Cina-UE e una caratteristica notevole delle relazioni sino-americane. Tuttavia, con l’approfondimento del concetto di autonomia strategica dell’UE e lo “spostamento geopolitico” del potere dell’UE, la Cina e l’UE si stanno avvicinando sempre più alle reciproche aree geopolitiche sensibili. Da un lato, l’UE accusa la crescente influenza della Cina nelle regioni limitrofe come una “sfida geopolitica”. Dall’altro, ha esteso la propria influenza geopolitica alle regioni sensibili dal punto di vista geopolitico della Cina attraverso l’introduzione della “Strategia Indo-Pacifica”. In queste circostanze, la tradizionale narrazione delle relazioni Cina-UE senza conflitti geopolitici fondamentali sta subendo sottili cambiamenti: i conflitti geografici e le tradizionali questioni di sicurezza sono gradualmente entrati nell’agenda della politica cinese dell’UE e stanno occupando posizioni sempre più importanti. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha accelerato il verificarsi di questo cambiamento. Nello specifico, questo cambiamento e il suo impatto si riflettono su tre aspetti. In primo luogo, nelle regioni geopoliticamente sensibili dell’UE, l’Unione Europea si è preoccupata maggiormente del coordinamento Cina-Russia, in particolare della cooperazione in materia di sicurezza. L’UE ha tradizionalmente considerato la Russia come la più grande sfida geopolitica e minaccia alla sicurezza, ma l’approfondimento del partenariato strategico sino-russo sta gradualmente cambiando la percezione dell’UE sulla sicurezza della Cina, cosa che è più evidente in alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale. Ad esempio, i tre Paesi baltici hanno tradizionalmente concentrato le loro minacce alla sicurezza sulla Russia, ma la prima esercitazione militare congiunta Cina-Russia nel Mar Baltico nel 2017 ha rappresentato un importante punto di svolta, che è stato considerato “un sostegno implicito e una legittimità per la minaccia della Russia nel Mar Baltico”. I tre Paesi baltici, che inizialmente si erano concentrati sulla cooperazione economica e commerciale pragmatica con la Cina, hanno iniziato a prestare maggiore attenzione ai fattori di sicurezza e geopolitici nelle loro relazioni con la Cina. Dal 2019, la Cina è comparsa anche nei rapporti di valutazione della sicurezza pubblicati dalle agenzie competenti dei tre Paesi baltici ed è considerata una “minaccia per la sicurezza” dopo la Russia. Sebbene questo fenomeno sia legato al fattore statunitense e ai fattori politici interni dei tre Paesi baltici, l’approfondimento del partenariato e della cooperazione in materia di sicurezza tra Cina e Russia sono considerati i motivi principali. Alla vigilia del conflitto russo-ucraino, la Cina e la Russia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui i due Paesi si sono opposti all’espansione della NATO e il sostegno della Cina all’iniziativa russa sulla sicurezza europea ha attirato l’attenzione dell’Unione Europea. Agli occhi dell’Unione Europea, è la prima volta che la Cina prende una posizione chiara a sostegno della Russia su un’importante questione di sicurezza europea dai tempi del confronto sino-sovietico del 1959. Dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, l’UE è anche preoccupata che la Cina fornisca sostegno militare e materiale alla Russia. In realtà, nelle relazioni internazionali c’è ancora una grande distanza tra il partenariato strategico e l’alleanza e l’allineamento, e anche l’informalità, l’uguaglianza e l’apertura del partenariato strategico sono fondamentalmente diverse da quelle delle alleanze tradizionali. Pertanto, anche le preoccupazioni dell’UE sul ruolo della Cina in Europa in materia di sicurezza sono fraintese ed esagerate. In secondo luogo, nelle regioni geopoliticamente sensibili alla Cina, l’UE ha prestato sempre più attenzione alla situazione geopolitica dell’Indo-Pacifico, in particolare alla questione di Taiwan. Tradizionalmente, l’UE ha mantenuto un profilo basso e un atteggiamento pragmatico nei confronti della questione di Taiwan, ritenendo che la questione di Taiwan sia principalmente al centro dell’attenzione strategica degli Stati Uniti. Tuttavia, negli ultimi anni, le forze “pro-Taiwan” all’interno dell’UE sono aumentate in alcuni Stati membri e nelle istituzioni dell’UE, come il Parlamento europeo, e l’attenzione dell’UE alla questione di Taiwan è aumentata in modo significativo. Nel settembre del 2021, sullo sfondo del corteggiamento degli Stati Uniti e della propria ricerca di diventare una “forza geopolitica”, l’UE ha lanciato la “Strategia indo-pacifica”, che in un certo senso segna lo spostamento dell’attenzione strategica globale dell’UE e riflette anche i cambiamenti dell’UE nelle preoccupazioni regionali asiatiche. Vale la pena notare che anche la questione di Taiwan è entrata nel campo di osservazione della “Strategia indo-pacifica” dell’UE. Il documento sottolinea che la complessa situazione geopolitica nella regione indo-pacifica ha portato a una competizione e a tensioni sempre più forti, in particolare la situazione sempre più tesa nel Mar Cinese Meridionale e nello Stretto di Taiwan “ha un impatto diretto sulla sicurezza e sulla prosperità europea”. Dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, alcuni analisti ritengono che l’UE sarà intrappolata dalla crisi ucraina e la sua “strategia indo-pacifica” sarà indebolita. Ma in realtà, sembra che l’attenzione dell’UE per la questione di Taiwan non si sia indebolita, anzi, si sia approfondita. Sebbene la questione di Taiwan sia essenzialmente un affare interno della Cina e sia fondamentalmente diversa dalla crisi ucraina, le forze “pro-Taiwan” all’interno dell’UE non hanno risparmiato sforzi per utilizzare il conflitto russo-ucraino per aumentare la “visibilità” della questione di Taiwan in Europa. Urmas Paet, vicepresidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento europeo, ha colto l’occasione per ingigantire il conflitto tra Russia e Ucraina, che “ha aumentato esponenzialmente il rischio di un conflitto nello Stretto di Taiwan”. Mentre aumentano continuamente le sanzioni contro la Russia, le discussioni all’interno dell’UE sui conflitti nello Stretto di Taiwan e sull’opportunità di imporre sanzioni alla Cina sono in fermento e si scaldano. In terzo luogo, la Russia e la Cina sono state prese in considerazione nella strategia di sicurezza complessiva dell’UE. Nel 2003, l’UE ha pubblicato il suo primo documento strategico sulla sicurezza “Strategia di sicurezza europea” e nel 2016 ha proposto la “Strategia globale dell’UE”. La Cina è stata menzionata in entrambi i documenti, ma non è stata presentata come una questione di sicurezza. Nella “Strategia di sicurezza europea” del 2003, l’UE considerava Cina, Giappone, Canada, India e altri Paesi come partner strategici per affrontare insieme le sfide della sicurezza. La “Strategia globale dell’UE” del 2016 includeva la Cina come parte della sua politica asiatica, proponendo “un impegno con la Cina sulla base dello Stato di diritto” e approfondendo le relazioni commerciali e di investimento con la Cina. Nel marzo 2022, sullo sfondo del conflitto tra Russia e Ucraina, l’Unione Europea ha pubblicato “Strategic Compass”, il primo libro bianco sulla difesa nella storia dell’UE, che funge da guida d’azione per la strategia di sicurezza e difesa dell’UE per i prossimi dieci anni. Questa è anche la prima volta che l’UE ha fatto una valutazione collettiva dell’ambiente strategico dell’UE e delle minacce e sfide che deve affrontare al più alto livello. In particolare, sia la Russia che la Cina figurano nella valutazione dell’UE delle sue sfide alla sicurezza. Dopo aver rilevato che una serie di azioni russe “costituiscono sfide immediate e a lungo termine per la sicurezza europea”, il documento ha preso di mira la Cina, esprimendo preoccupazione per le politiche cinesi in ambito marittimo, spaziale e del cyberspazio, nonché per la modernizzazione militare del Paese. Sebbene la considerazione da parte dell’UE della strategia di sicurezza della Cina non significhi che l’UE nel suo insieme consideri la Cina una “minaccia alla sicurezza”, è ancora una manifestazione della tendenza alla “securitizzazione” delle relazioni Cina-UE dopo il conflitto russo-ucraino.

 Epilogo

Il conflitto russo-ucraino evidenzia l’importante influenza del fattore russo nelle relazioni Cina-UE, e pone anche alla Cina un dilemma nella relazione triangolare tra Cina, Europa e Russia. Da un punto di vista strategico, la Russia è il più grande vicino della Cina e il partner strategico più vicino tra tutti i principali paesi. Dal punto di vista economico, l’UE è molto più importante per la Cina della Russia. Questa situazione di affidarsi strategicamente ed economicamente a diverse terze parti non è un grosso problema quando le relazioni UE-Russia sono stabili e anche le relazioni Cina-UE e Cina-Russia possono svilupparsi in parallelo. Ma quando le relazioni UE-Russia diventano tese o addirittura interrotte, la Cina deve affrontare aspettative e pressioni diverse sia dall’UE che dalla Russia. Il dilemma che la Cina deve affrontare tra Europa e Russia è in una certa misura simile al dilemma che l’UE deve affrontare tra Cina e Stati Uniti, ma ci sono differenze significative. Dopotutto, la Cina e gli Stati Uniti non sono caduti in uno scontro e un disaccoppiamento su vasta scala, mentre l’UE e la Russia stanno esaurendo quasi tutti i mezzi di confronto tranne la guerra. In tali circostanze, c’è una grande tensione nelle relazioni Cina-UE e Cina-Russia. Questo tipo di tensione non è ciò che piace alla Cina, né è nell’interesse della Cina. Ma da un’altra prospettiva, la contraddizione tra Europa e Russia è la principale contraddizione nel rapporto triangolare tra Cina, Europa e Russia, che di fatto consente alla Cina di occupare una posizione favorevole nel rapporto triangolare tra Cina, Europa e Russia. Facendo buon uso di questa posizione favorevole, cercando vantaggi ed evitando svantaggi, anche la diplomazia cinese può guadagnare più spazio e lottare per un ambiente internazionale più favorevole. Per gestire adeguatamente il fattore russo nelle relazioni Cina-UE, la Cina può gestire in modo costruttivo la relazione triangolare Cina-UE-Russia e adottare una strategia equilibrata tra le relazioni Cina-UE e Cina-Russia, in modo da creare iniziativa diplomatica e aumentare lo spazio strategico. Le attuali relazioni Cina-UE sono entrate in una fase critica e il conflitto tra Russia e Ucraina è la chiave. Nel contesto della concorrenza strategica sino-americana, il partenariato strategico sino-russo è in linea con gli interessi strategici della Cina. Tuttavia, pur mantenendo il partenariato strategico di coordinamento Cina-Russia, come evitare un ulteriore deterioramento delle relazioni Cina-UE è una proposta importante che l’attuale diplomazia cinese deve prendere in considerazione. Soprattutto nel contesto del conflitto russo-ucraino, ridurre al minimo l'”effetto di ricaduta” del conflitto russo-ucraino sulle relazioni Cina-UE è un’importante direzione degli sforzi diplomatici della Cina verso l’Europa. Nel contesto della concorrenza strategica sino-statunitense, l’UE, che persegue l’autonomia strategica, sarà una terza parte fondamentale nel plasmare il modello di concorrenza sino-statunitense. In questo senso, il significato strategico dell’UE per la Cina non è inferiore a quello della Russia. Pertanto, la Cina deve trovare un equilibrio tra l’approfondimento del partenariato sino-russo e il mantenimento di relazioni sino-europee stabili. Alla luce del contesto del conflitto russo-ucraino, la geopolitica e la sicurezza sono le principali preoccupazioni dell’UE. È urgente stabilire una fiducia reciproca in materia di sicurezza tra la Cina e l’UE. In questa prospettiva, la visita in Cina del cancelliere tedesco Scholz e del presidente del Consiglio europeo Michel alla fine del 2022 è un passo positivo compiuto dall’UE, soprattutto quando le due parti hanno raggiunto un consenso contro l’uso delle armi nucleari, considerato un importante risultato del cancelliere tedesco Scholz. Nel febbraio 2023, in occasione del primo anniversario del conflitto russo-ucraino, la Cina ha prodotto il documento “Posizione cinese sulla soluzione politica della crisi ucraina”, riaffermando il consenso contro l’uso o la minaccia dell’uso di armi nucleari. Questo consenso ha in una certa misura creato le condizioni per la fiducia reciproca in materia di sicurezza tra la Cina e l’UE e ha anche posto una base importante affinché la Cina e l’UE rafforzino il dialogo nel contesto del conflitto tra Russia e Ucraina. Gestire il fattore russo nelle relazioni Cina-UE richiede anche che l’UE cambi atteggiamento e politica nei confronti della Cina, comprenda correttamente la natura del partenariato strategico Cina-Russia e la logica del suo sviluppo indipendente, e soprattutto eviti di considerare le relazioni Cina-UE con un pensiero competitivo strategico. Le relazioni Cina-UE hanno ormai superato la portata bilaterale e hanno un significato globale. Pertanto, è immaturo diplomaticamente per l’UE porre le relazioni Cina-UE sulla base di Paesi terzi come la Russia o gli Stati Uniti. Il “vincolo” politico dell’UE di Cina e Russia nelle relazioni estere non è realistico, perché sia Cina che Russia sono paesi sovrani e indipendenti, non alleanze formali, e non favorisce lo sviluppo delle relazioni Cina-UE, perché ciò rafforzerà La sfiducia della Cina nei confronti dell’UE. Qualunque cosa scelga la Cina, non sarà in grado di cambiare l’atteggiamento dell’UE, né sarà in grado di migliorare le relazioni Cina-UE. Infatti, sebbene Cina e Russia abbiano interessi e obiettivi comuni nel sistema internazionale, il conflitto tra Russia e Ucraina evidenzia solo che Cina e Russia sono forze di diversa natura nel sistema internazionale e hanno interessi diversi. Nel sistema internazionale, la Russia tende ad espandere la propria sfera di influenza ea creare “conflitti controllabili” per conquistare interessi geopolitici e dimostrare il proprio status di grande potenza, come testimoniato dalla crisi di Crimea del 2014 e dall’attuale crisi ucraina. A differenza della Russia, la Cina tende a integrarsi e riformare il sistema internazionale esistente per creare un ambiente internazionale pacifico per lo sviluppo economico e il processo di modernizzazione della Cina, e ci sono ancora differenze fondamentali con la Russia. Questa differenza dovrebbe riflettersi nella percezione e nella politica dell’UE nei confronti della Cina.
Yan Shaohua, nato a Yongfeng, provincia di Jiangxi, è ricercatore associato presso l’Istituto di studi internazionali dell’Università di Fudan https://iis.fudan.edu.cn/1c/ad/c40496a269485/page.htm, dottore in filosofia dell’Università di Hong Kong, direzione principale della ricerca: politica estera dell’UE e relazioni Cina-UE Fonte: Pacific Journal, 5, 2023 Traduzione ed adattamento di Herta Manenti