Cisgiordania – Israele sta sempre di più utilizzando la tecnologia di riconoscimento facciale alimentata dall’intelligenza artificiale nella Cisgiordania occupata per monitorare i Palestinesi e limitare il loro movimento attraverso i checkpoint, senza il loro consenso o conoscenza, secondo un rapporto di Amnesty International pubblicato lunedì.
Dopo una ricerca condotta nelle città cisgiordane di Hebron e Gerusalemme Est, Amnesty ha scoperto che, dal 2022, l’esercito sta utilizzando ai checkpoint un sistema di telecamere chiamato Red Wolf, come parte di un programma che “si basa su database contenenti esclusivamente i dati delle persone palestinesi”. Il rapporto, intitolato “Apartheid Automatizzato”, “mostra come questa sorveglianza sia parte di un tentativo deliberato delle autorità israeliane di creare un ambiente ostile e coercitivo per i Palestinesi”, ha dichiarato l’organizzazione per i diritti umani. Il sistema sperimentale di sorveglianza Red Wolf viene utilizzato per monitorare i palestinesi e automatizzare le restrizioni ai loro movimenti, spiega il rapporto. Quando un palestinese passa attraverso un checkpoint in cui è installato il Red Wolf, il suo volto viene scansionato senza il suo consenso o conoscenza e confrontato con le informazioni biometriche nei database che contengono esclusivamente dati sui palestinesi. Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha detto: “Le autorità israeliane stanno utilizzando strumenti di sorveglianza sofisticati per potenziare la segregazione e automatizzare l’Apartheid contro i palestinesi. Nella zona H2 di Hebron, abbiamo documentato come un nuovo sistema di riconoscimento facciale chiamato Red Wolf stia rafforzando le restrizioni draconiane alla libertà di movimento dei Palestinesi, utilizzando dati biometrici acquisiti illegalmente per monitorarli e controllarli in tutta la città”. In una dichiarazione al New York Times, l’esercito israeliano ha affermato di effettuare “operazioni di sicurezza e di intelligence necessarie, facendo significativi sforzi per minimizzare i danni alle attività quotidiane della popolazione palestinese”. Tuttavia, Amnesty ha detto di non essere convinta che le ragioni “citate da Israele come base per il suo trattamento dei palestinesi, tra cui la limitazione della loro libertà di movimento, giustifichino le severe restrizioni che le autorità israeliane hanno imposto”. Le telecamere sono prodotte dall’azienda cinese Hikvision e dall’azienda olandese TKH Security Solutions, conferma il rapporto, e sono connesse all’infrastruttura della polizia. Questa notizia arriva dopo che si è scoperto che le forze d’occupazione israeliane hanno installato un fucile controllato dall’IA ad un checkpoint a Hebron per monitorare e sparare ai palestinesi. Prodotto dall’azienda israeliana Smart Shooter, il fucile spara granate stordenti e proiettili di gomma ed è in grado anche di sparare gas lacrimogeni. I palestinesi a Hebron vengono aggrediti quotidianamente dai coloni e dai soldati d’occupazione che mirano a farli uscire dalle loro case, al fine di stabilirvi colonie per soli ebrei. Il rapporto invita la comunità internazionale a monitorare le aziende in modo che sia loro impedito di fornire tecnologie di sorveglianza a Israele e a imporre un divieto globale sulle vendite di armi ed equipaggiamenti militari. “Le autorità israeliane usano la tecnologia di riconoscimento facciale per consolidare l’Apartheid”, sottolinea il rapporto. Fonte: https://www.infopal.it/amnesty-israele-usa-sempre-di-piu-il-riconoscimento-facciale-per-tracciare-i-palestinesi/ (Foto: https://truthout.org/articles/microsoft-funds-facial-recognition-technology-secretly-tested-on-palestinians/). Traduzione per InfoPal di F.H.L.