Jorge Ceriani e Maurizio Messina *
Lunedì 9 maggio, presso la sede della Direzione Nazionale, si è svolto un incontro con una delegazione del JVP (Fronte Popolare di Liberazione) dello Sri Lanka. Per il JVP erano presenti Janaka Adhikari, avvocato, Segretario Generale dei dipendenti interaziendali e membro del Comitato Centrale del JVP, ed una delegazione di compagni della comunità cingalese di Roma.
Il PRC-SE era rappresentato da Stefano Galieni e Vito Meloni della Segreteria Nazionale e da Jorge Ceriani e Maurizio Messina, dell'Area Esteri e Pace.
L'incontro, molto cordiale, aveva lo scopo di aggiornare le informazioni sulle proteste popolari contro il governo del clan familiare dei Rajapaksa e rinsaldare il legame qui in Italia con il PRC-SE. Il clan di governo si spartisce ogni forma di potere e ha portato il Paese sull'orlo della bancarotta. Il Paese attraversa, infatti, la crisi economica e finanziaria più importante dalla sua indipendenza: l'aumento generalizzato dei prezzi e la sparizione dei generi di prima necessità come cibo, medicine e combustibili hanno fatto nascere fortissime lotte che scuotono tutto il paese da oltre un mese.
I giovani sono in prima fila in questa sollevazione popolare.
Dopo la dichiarazione presidenziale dello stato di emergenza, i 26 membri del governo hanno rassegnato le proprie dimissioni. Il cerchio si stringe. Il Paese attraversa la crisi economica e finanziaria più importante dalla sua indipendenza. Allo stesso tempo i lavoratori, i piccoli commercianti, i piccoli imprenditori e gli agricoltori si riversano nelle strade delle principali città reclamando e ampliando la protesta.
La minaccia della bancarotta si fa seria. La Banca Mondiale nega ogni credito se non verranno onorate le scadenze del debito sovrano che blocca il Paese. La Banca Centrale liquida le ultime riserve e perciò le importazioni sono bloccate. Le richieste del FMI per il rilascio di qualche prestito “ponte” sono gravose e comporterebbero dei tempi lunghissimi. La Banca Mondiale non si fida più di questo clan corrotto e spendaccione e si fa strada la ipotesi di golpe militare.
La sinistra, i comunisti, il JVP continuano senza sosta la protesta e chiedono le dimissioni del governo, la prigione per gli appartenenti al clan Rajapaksa e i loro collaboratori, oltre a nuove elezioni per una uscita in senso democratico.
Anche la mobilitazione a Roma degli immigrati dallo Sri Lanka mantiene la forza già dimostrata il mese scorso, quando è scesa in piazza in forma simultanea e coordinata con le altre principali città italiane. Una mobilitazione sostenuta da Rifondazione Comunista, appoggio ribadito anche pochi giorni fa. Le rimesse dei milioni all’estero sono la prima voce delle entrate dello Sri Lanka, quindi tocca ancora a loro un ulteriore sforzo per sopperire alle sofferenze e carenze di parenti e amici. Il loro salario deve poter coprire la spesa dovuta al carovita in Italia e, poi, arrivare in ausilio dei parenti in patria.
Giovedì 12 dalle ore 15 in poi la comunità tornerà a manifestare sotto l'ambasciata a Roma, in via Adige, così come a Firenze ed in altre città. Il PRC sarà presente al suo fianco.
*Area Esteri e Pace PRC-SE