Non si ferma la violenza contro la popolazione civile in Colombia. Secondo l'organizzazione Indepaz, solo nel 2022 sono stati assassinati 59 dirigenti sociali e difensori dei diritti umani, oltre a 17 firmatari degli accordi di pace, in particolare nei dipartimenti di Arauca, Putumayo, Cauca e Nariño.
Nei giorni scorsi, il dipartimento di Arauca ha vissuto una nuova ondata di omicidi.
Tra loro, Wilmer Hernández, dirigente locale del Partito Comunista Colombiano (PCC) a Puerto Miranda nel comune di Tame, e il dirigente contadino John Jairo Esquivel. Ad Arauquita-Arauca è stato assassinato Luis Fernandez Rojas, figlio del Presidente dell'Unione Patriottica di quel dipartimento. E nel villaggio di Panama-Arauca, un gruppo di uomini armati ha ucciso Daimer Nabarro, marito della leader sociale Beatriz Mosquera.
Il mese scorso, il Forum dei Diritti Umani di Arauca aveva denunciato che, dal gennaio 2022, oltre agli assassinii, hanno dovuto abbandonate le proprie case 2.378 persone, con una vera e propria crisi umanitaria.
In tutta la Colombia sono migliaia le persone assassinate dopo la firma dell'Accordo di Pace del 2016. Un accordo boicottato dall'ex-Presidente Uribe, mentore di Iván Duque, l'attuale Presidente a capo di un governo complice di paramilitari e narco-trafficanti. Una complicità attiva, confermata martedì scorso da alti comandi militari nelle loro agghiaccianti dichiarazioni alla Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP), in cui hanno riconosciuto la responsabilità negli omicidi di migliaia di civili innocenti (i cosiddetti “Falsos positivos”).
Il governo colombiano ha una pesante responsabilità, non solo per non aver indagato, ma anche a causa dei suoi attacchi sistematici contro gli accordi di pace, la politica di militarizzazione del territorio e la sua guerra latente contro il Venezuela, che confina con Arauca.
E’ lo stesso governo colombiano che viene vergognosamente ricevuto in pompa magna dal governo Draghi, con cui firma accordi commerciali e militari.
E’ lo stesso governo colombiano a cui Massimo D’Alema voleva vendere elicotteri, sommergibili, una fregata ed altri strumenti di morte, negoziando con un ex-capo degli squadroni della morte colombiani e chiudendo entrambi gli occhi sulle gravi responsabilità nella repressione omicida.
Di certo, non è un caso che gli assassinii si siano intensificati dopo l’importante vittoria della coalizione di centro-sinistra “Patto storico” alle elezioni legislative del 13 marzo scorso, sulle forze di estrema destra. Mancano poche settimane alle elezioni presidenziali del 29 maggio, in cui la Colombia potrebbe avere il suo primo governo progressista in 200 anni.
Il Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea esprime la propria solidarietà ai familiari delle vittime, ai compagni del PCC e dell’Unione Patriottica, e a tutti i-le militanti del movimento popolare e democratico che si battono con coraggio, nonostante i rischi e le persecuzioni.
Nel condannare e denunciare ancora una volta questi omicidi, il PRC-SE unisce la propria voce a quella di chi esige un'indagine completa sugli omicidi, e l'attuazione di una politica di pace e a difesa della vita in Colombia.
L’Italia e l'Unione Europea devono rompere gli accordi commerciali e militari con lo Stato colombiano fino a che quest'ultimo non rispetti i diritti umani, applichi gli accordi di pace e metta fine alla persecuzione politica.
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Roma, 27-4-2022