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La risposta del governo all’interrogazione su Ocalan
Giovanni Russo Spena* - Il governo Draghi si caratterizza sempre più per la doppiezza e l’ipocrisia anche in politica estera. per quanto riguarda i diritti dei popoli adotta sistematicamente l’ideologismo “due pesi per due misure”. Alla interrogazione presentata dalla senatrice Paola Nugnes, anche a nome del Comitato in Italia “il momento è arrivato, libertà per Ocalan”, il governo ha risposto con burocratica ignavia. I diritti delle Curde e dei Curdi, il loro straordinario impegno per la libertà e l’autodeterminazione, per il governo sono una forma di terrorismo. Il PKK è esplicitamente additato come forza terrorista, nonostante il percorso di riconsiderazione che la stessa Unione Europea sta elaborando, in ossequio ai voleri del governo turco  e della Nato, di cui la Turchia è il secondo esercito di terra per dimensioni e potenza. Il governo assolve il suo alleato Erdogan, che reprime in maniera feroce minoranze ed avversari politici, con uccisioni e detenzioni. Il governo sostiene anche che Ocalan, in carcere di massimo isolamento nell’isola/prigione di Imrali da 22 anni, tutto sommato non può tanto lamentarsi , visto che vede perfino l’avvocato una volta l’anno e sente telefonicamente la famiglia ogni sei mesi. Mauro Palma, presidente del Comitato internazionale contro la tortura, ha illustrato 27 giorni fa in una conferenza stampa organizzata dal nostro Comitato a Roma, la reale condizione carceraria del presidente Ocalan. La vergogna dei diritti.  La risposta del governo è molto grave , inoltre, perché omette, elude un diritto/dovere dello Stato italiano nei confronti di Ocalan. Il primo ottobre del 1999, infatti, la seconda sezione civile del Tribunale di Roma ha dichiarato il diritto di Ocalan all’asilo politico. La sentenza contiene il riconoscimento dei diritti fondamentali  e delle libertà negate dai Turchi ai Curdi  e condanna le atrocità commesse, con una assoluta discriminazione di un popolo, riconoscendo ad Ocalan l’attività costante per il riconoscimento dei diritti del popolo curdo. La stessa sentenza del tribunale romano richiama la dichiarazione sull’Asilo territoriale adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 15 dicembre 1967. In base ad esse “l’asilo accordato  da uno Stato a persone che possono invocare l’art. 14 della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo deve essere rispettata da tutti gli Stati. Il governo italiano sta gravemente violando anche il diritto internazionale. Noi, come Comitato per la libertà di Ocalan, continueremo il nostro impegno per le libertà *Resp. Area diritti e democrazia, PRC-S.E.