Il 30 marzo del 1976 migliaia di cittadini palestinesi in Israele si riunirono per protestare contro l’ennesima espropriazione di terra palestinese in Galilea, finalizzata ad espellere gli abitanti palestinesi per far posto a nuovi coloni ebrei e ad istallazioni militari. Nel corso di quella protesta, l’esercito occupante uccise 6 palestinesi, ferendone ed arrestandone molti altri.
Da allora, il popolo palestinese commemora questa data come Yom Al Ard, il “Giorno della terra”, che ricorre ogni anno, per chiedere il “diritto al ritorno” (sancito anche dalla Risoluzione ONU 194 del 1949) e per esigere la fine dell’occupazione.
Ma ogni anno la commerazione si trasforma in una data drammatica, a causa della carneficina che compie Israele con i suoi cecchini, che ogni anno ammazzano bambini, adolescenti, donne, ragazzi che chiedono il rispetto dei propri diritti. Da allora, centinaia di palestinesi hanno perso la vita, mentre migliaia sono stati i feriti gravi e i giovani costretti alla disabilità perenne.
Sono più di 70 anni che i Palestinesi, cacciati con le armi dalla loro terra, sono profughi, mentre Israele occupa illegalmente i territori palestinesi, violando e negando ogni loro diritto nell’indifferenza della cosiddetta “Comunità internazionale” e del suo “doppio-pesismo”. Secondo il Centro di Statistica palestinese, dal 1948 a oggi, Israele ha assunto il controllo militare dell’85% della Palestina storica (27.000 km quadrati) e solo il 15% della terra è disponibile per i nativi palestinesi. Il piano di ripartizione Onu del 1947 gliene assegnava il 55%. I Palestinesi nel mondo sono 13,7 milioni, di cui 6,2 rifugiati fuori dai confini palestinesi. Nessuno di loro, titolare del diritto al ritorno riconosciuto dal diritto internazionale, è mai riuscito a varcare i confini in senso opposto ai genitori e ai nonni. Per questo, «Ogni giorno è la Giornata della Terra».
Se c’è qualcuno che si illude che i Palestinesi prima o poi cesseranno di resistere all’occupazione israeliana e all’apartheid vigliacco e omicida si sbaglia di grosso. Il popolo palestinese continuerà a lottare per la propria terra, per l’autodeterminazione, per la creazione di uno Stato Palestinese indipendente, e per la libertà di Gaza, (oramai una prigione nella prigione).
Come ricordava Marwan Barghouti, dirigente palestinese detenuto da 20 anni nelle prigioni israeliane, “L’ultimo giorno dell’occupazione sarà il primo giorno di Pace”.
Ancora una volta, Rifondazione Comunista ribadisce la propria solidarietà ed il proprio impegno a fianco del popolo palestinese e di chi, in Israele, si batte contro il vergognoso apartheid, contro l’occupazione israeliana, per il diritto al ritorno.
SIAMO TUTTE-I PALESTINESI !
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea