Nonostante siano passati 76 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e 32 da quella “fredda”, l’Italia continua ad essere un Paese in guerra.
L’Italia ospita 59 basi militari statunitensi, alcune delle quali risultano essere tra le più importanti dal punto di vista strategico/operativo a livello continentale (capacità nucleari comprese).
Ogni volta che gli Stati Uniti annunciano ed eseguono un’aggressione militare nel quadrante euro-mediterraneo, l’Italia viene sistematicamente coinvolta direttamente o indirettamente concedendo, talvolta nemmeno sapendolo, l’uso delle basi. Questo sta accadendo anche in questi giorni con le tensioni e manovre militari in Ucraina.
L’Italia, nonostante abbia firmato il Trattato di non proliferazione nucleare aderisce al programma NATO di “nuclear sharing”, addestrando i suoi piloti al bombardamento nucleare e ospitando sul proprio territorio decine di ordigni nucleari a Ghedi e Aviano.
Il nostro Paese spende circa 76 milioni di euro al giorno per mantenere un esercito professionalizzato, allo scopo di garantire la sua belligeranza oltre confine e i fatturati della propria industria bellica.
L’Italia è nona nel commercio mondiale di armi, con ciò contribuendo attivamente alla corsa agli armamenti e fornendo le basi tecniche per conflitti ed aggressioni militari devastanti portate avanti da governi e/o regimi criminali come quello statunitense, turco, israeliano, egiziano o saudita.
Nemmeno in tempo di pandemia globale, crisi sanitaria, economica e sociale senza precedenti questa follia bellicista si è interrotta o almeno sottoposta a revisione.
Ben 17 miliardi del Recovery fund saranno destinati a finanziare l’industria bellica di bandiera, mentre il cieco atlantismo del governo e del parlamento impedisce al nostro Paese di approvvigionarsi del vaccino russo Sputnik, in una situazione di campagna vaccinale che non decolla.
L’Italia non ha bisogno di inventarsi nemici, né di un neocolonialismo verniciato di “democrazia”, ma di pace, stabilità, e relazioni internazionali basate sulla cooperazione.
Via le bombe nucleari dal nostro territorio !
Fuori l’Italia dalla NATO e dal programma di “nuclear sharing” !
Drastica riduzione delle spese militari in favore di programmi di vera sicurezza sociale, investimenti nella scuola e sanità pubblica, nella cultura, verso una reale transizione ecologica !