Rossana De Simone
Nel Libro bianco della Difesa 2015, presentato dal ministro della difesa Roberta Pinotti, si sostiene che l'industria italiana dell'Aerospazio e Difesa sia un assetto strategico nazionale di primaria importanza per le capacità operative delle Forze armate. Non solo, l’industria della difesa “rafforzerà le capacità competitive del “sistema paese”, garantendo occupazione, innovazione tecnologica e sviluppo industriale a beneficio dell’intera comunità” e “contribuisce, attraverso le esportazioni, al riequilibrio della bilancia commerciale e alla promozione di prodotti dell’industria nazionale in settori ad alta remunerazione, favorendo i nostri rapporti di collaborazione con altri Paesi.
Tutta questa narrazione sull'industria delle armi come impresa fondamentale perché contribuisce all'occupazione, alla ricerca e allo sviluppo e alle entrate delle esportazioni, viene smontata se si mette a confronto con le più grandi società al mondo nel settore manifatturiero. Secondo il Sipri tale comparazione “è appropriata perché anche se i processi di produzione e sviluppo della maggior parte dei produttori commerciali e dei produttori di armi sono abbastanza simili, va notato che ci sono chiare differenze tra le due tipologie di industria. Ad esempio, a differenza dell'industria civile, l'industria delle armi ha un pool molto limitato di clienti (principalmente ministeri della difesa) ed è soggetta a specifici quadri giuridici per il trasferimento di armi verso altri paesi. Per averne una idea, le vendite di una sola società, Toyota, la più grande azienda manifatturiera del mondo nel 2018 con vendite di 265 miliardi di dollari, da sola surclassa le vendite delle prime cinque multinazionali militari statunitensi. Lockheed Martin, Boeing, Northrop Grumman Corp., Raytheon e General Dynamics insieme hanno venduto per 148 miliardi di dollari.
Nella classifica 2019 delle 10 aziende con fatturato più alto in Italia Leonardo è al 7° posto ( circa 11,5 miliardi, 46.462 persone in tutto il mondo). Prima è risultata Enel (73 miliardi l’anno, 68.000 persone in tutto il mondo), e, a seguire ENI (66 miliardi), Gse Gestore dei servizi energetici (31,4 miliardi), Fca Italy (28,6 miliardi), TIM (circa 19,5) e Edizione Società della famiglia Benetton che si occupa di abbigliamento, immobiliare, digitale, trasporto e agricoltura (circa 12,1 miliardi). Ottavo posto Edison (9,7 miliardi), nono posto Luxottica Presente (9,2 miliardi) e 10 posto Saipem Presente (9 miliardi)
Per quanto riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo nella classifica delle prime 1.000 aziende europee per spesa in Ricerca e Sviluppo (R&S), pubblicata nel report The 2018 EU Industrial R&D Investment Scoreboard, Leonardo si trova al 32° posto, mentre al 17° c’è Airbus. Le prime cinque sono: Volkswagen, Dailmer, BMW, Robert Bosch, Siemens. Anche nel caso degli investimenti in ricerca e sviluppo nel mondo, le aziende che spendono di più sono Alphabet, Samsung, Microsoft, Volkswagen e Huawei Investment. Per trovare la prima delle industrie aerospaziali e difesa bisogna andare al 48° posto con Airbus, Boeing al 56°, United Tecnologies al 65° e Leonardo al 107° posto.
In Italia, secondo l’ultimo rapporto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la spesa in Ricerca e Sviluppo è passata dall'1 per cento del Pil nel 2000 all'1,4 nel 2016. La media Ue è del 2 per cento. Dopo la flessione del biennio 2014-15, sono in ripresa gli stanziamenti del MIUR agli enti pubblici di ricerca, passati da 1.572 milioni nel 2016 a 1.670 milioni nel 2018. In Germania la ricerca effettuata all’interno del settore statale è passata tra 2006 e 2017 da 8 a 13 miliardi, in Spagna da 1,9 a 2,5, in Italia da 2 miliardi e 897 milioni a 2 miliardi e 964. Leonardo nella “Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2019” riportava nella voce Spese di Ricerca e Sviluppo 1.440 milioni di euro nel 2018. Gli addetti alle attività di ricerca sono 9.000 e 200 sono i progetti di ricerca e partnership con 90 università e centri di ricerca nel mondo. L’organico totale è composto complessivamente di: 1.126 dirigenti, 5.725 quadri, 26.922 impiegati, 12.648 operai e 41 piloti.
Per capire la composizione dei 1.440 milioni di euro di Leonardo (di cui 500 milioni vanno alle Università) basta leggere la spiegazione presente nella “Relazione finanziaria annuale 2016”: “il Gruppo qualifica come spese di Ricerca e Sviluppo tutti i costi, interni ed esterni, sostenuti nell'ambito di progetti finalizzati all'ottenimento o all'impiego di nuove tecnologie, conoscenze, materiali, prodotti e processi”. In quella relazione si faceva riferimento ad un investimento di 1.400 milioni di cui circa il 30% veniva sostenuto dal governo e il 48% dall'Unione Europea (Horizon 20 più altri progetti). Iniziative di ricerca e sviluppo sono promosse anche dalla NATO, dall'agenzia europea EDA e dalle agenzie spaziali italiana ed europea. Nella relazione viene riconosciuto che il finanziamento statale “costituisce un supporto indispensabile per le attività di ricerca del nel settore”, se venisse a mancare ci sarebbe una minore capacità competitiva in ragione della minor capacità di autofinanziamento (circa il 10% dei propri ricavi). Mauro Moretti durante una audizione parlamentare del 2017 dichiara che Leonardo “fa ricerca spesata”, ovvero i costi della ricerca vengono rimborsati dal committente nell'ambito di contratti in essere, vende ricerca e collabora anche per la ricerca di base con le principali Università, Istituti, enti di ricerca e partner tecnologici in Italia e nel mondo. Finanziamenti arrivano anche dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca come previsto dal Programma Nazionale della ricerca che si prefigge di favorire la sinergia fra sistema pubblico e privato”.
Per quanto riguarda i dati occupazionali, nel 2018 Leonardo occupava 46.462 addetti che arrivano a circa 100.000 con l’indotto. Questi 100.000 lavoratori sono suddivisi fra i paesi dove Leonardo ha sedi produttive e/o commerciali: 29.244 in Italia, 6.986 nel Regno Unito, 6.520 negli USA, 2.622 in Polonia e 1.090 nel resto del mondo. L’indotto, costituito da 4.000 imprese (70% PMI), occupa circa 27.000 occupati. Anche Fincantieri presenta lo stesso fenomeno: Occupa oltre 19.000 dipendenti (45% in Italia e 55% all’estero), ma agli 8.600 diretti in Italia bisogna aggiungere 50.000 dell’indotto. Da questi numeri si evince l’enorme sproporzione fra lavoratori dell’indotto e i diretti. Agli inizi di agosto 2019 Fincantieri è passata da Fintecna (100% CdP) alla neonata holding CDP Industria S.p.A. che attualmente gestisce gli investimenti partecipativi in Saipem (partecipata al 12,55 %) e, appunto, Fincantieri (partecipata al 71,64%).
Leonardo, essendo una società a partecipazione pubblica quotata in borsa, ha “virtualmente” consegnato al Tesoro 500 milioni (valore delle quote), ma il denaro realmente incassato nel 2019 è stato di 24 milioni grazie ai dividenti. Nel merito bisogna tenere conto della notizia, lanciata nel maggio 2019 dall’agenzia Adnkronos, che l'azionista Tesoro ha venduto quote di Leonardo passando dal 32,4 al 30,2% del capitale. All’assemblea degli azionisti Profumo commenta “Siamo solidamente governati dal Ministero dell’Economia. “Abbiamo una presenza molto significativa dell’azionariato istituzionale indicando la quota degli istituzionali al 51,2% del capitale, aggiungendo che c’è una maggioranza di investitori istituzionali di Regno Unito e Nord America (il 65,6%) ed una buona presenza di francesi (12%). Abbiamo una base azionaria ben diversificata e molto solida”. Al Ministero della Difesa vanno, invece, le royalties dovute nell'ambito dei programmi di cooperazione internazionale, nel caso fossero previste nei contratti stipulati. Anche sulla proprietà intellettuale vale la clausola contrattuale comprensiva di eventuali brevetti e, qualora applicabile, la corresponsione dei diritti (royalties) derivanti dalla eventuale commercializzazione totale o parziale di quanto prodotto a valle della ricerca.
Dai risultati di Leonardo al 30 settembre 2019, emerge che vi è un consolidamento del trend di crescita con un miglioramento della voce ricavi pari a 3.172 milioni di euro (rispetto ai 2.651 milioni di euro nel terzo trimestre del 2018), una flessione nelle acquisizioni di nuovi ordini pari a 2.434 milioni di euro (-49,1% rispetto al terzo trimestre del 2018) e un aumento del debito del gruppo pari a 4.301 milioni di euro. Naturalmente per Profumo questo risultato significa continuare ad essere focalizzati sull’esecuzione del Piano Industriale volto alla creazione di valore per tutti gli stakeholder. Per capire quale sia la relazione fra andamento dell’impresa (nell’era della sua finanziarizzazione) e aiuti statali si può andare al 2011, quando i titoli dei quotidiani annunciavano il profondo rosso di Finmeccanica e l'ad Orsi doveva sostenere di poter ridurre l'indebitamento finanziario netto al di sotto dei 2,5 miliardi entro fine 2012, grazie ad un piano di dismissioni. Lo stato di previsione del Ministero della difesa, nell’ambito della legge di bilancio per il 2011, era di 20.556,9 milioni di euro. Di questi 3.453,7 milioni di euro andavano alle spese di investimento e 59,9 milioni di euro al programma Ricerca tecnologica nel settore della difesa. In più altri dicasteri quali Economia e Finanze e Sviluppo economico, avevano destinato il primo 255 milioni al Fondo per gli interventi agevolativi alle imprese, e il secondo 1.483 milioni di euro ad Interventi agevolativi per il settore aeronautico e 510 milioni di euro per lo sviluppo e l’acquisizione delle unità navali della classe FREMM. L’allora ad Giuseppe Orsi (vicino alla Lega Nord) disse: “Qui fa tutto schifo, bisogna fare pulizia”. Per un lungo periodo Finmeccanica decide di non distribuire utili agli azionisti. Dal 2014 fino a maggio 2017, il governo di Finmeccanica viene affidato a Mauro Moretti per volontà di Matteo Renzi: riduce tutti i costi compresi quelli per la ricerca, deprime la divisione civile aerostrutture e vende il settore trasporti, licenzia manager per sostituirli con suoi uomini indebolendo più settori e disarticola l’organizzazione del lavoro, impoverisce la catena dei fornitori, perso gare internazionali importanti e costituito la “One company”. Nel 2017 l’ad afferma: "da una situazione di fragilità e precipizio verso un possibile fallimento, ora è in uno stato di stabilità e sostenibilità" e annuncia di voler distribuire un dividendo da 81 milioni, dopo 6 anni di oblio, con i risultati del 2016.
Il 2016 è l’anno della commessa EFA al Kuwait sottoscritta insieme al ministro Pinotti e garantita con un finanziamento di 4 miliardi da un pool di banche fra cui UniCredit e Intesa Sanpaolo, oltre che dalla Sace del gruppo Deposito e Prestiti. Probabilmente il dividendo è stato possibile perché Moretti ha utilizzato gli anticipi del contratto EFA il cui valore è di 7,95 miliardi, ma la quota del gruppo è poco meno di 4,8 miliardi (60%). Il 16 maggio 2017 Alessandro Profumo diviene il nuovo ad e scopre una situazione diversa da quella raccontata da Moretti: i ricavi del gruppo Leonardo sono diminuiti dello 0,6% (dopo il calo di un miliardo nel 2016), l’utile operativo (Ebit) è diminuito del 9,5% a 571 milioni, l’utile netto di competenza è diminuito del 23% a 271 milioni. L’indebitamento finanziario netto in 12 mesi è aumentato di 114 milioni a 4.004 milioni. Il 10 novembre 2017 Leonardo crolla in Borsa, per il Tesoro una perdita potenziale da mezzo miliardo. Eppure banche, società di investimento, analisti finanziari, stampa nazionale e ovviamente il ministro della Difesa, insieme osannavano le stime positive del gruppo senza leggere a fondo il bilancio 2016. Moretti ha ricevuto una buonuscita di 9,44 milioni di euro al lordo delle tasse.
Nel 2018 Leonardo si “salva” perché esporta armi in paesi come il Kuwait e l’Arabia Saudita (che fanno strage di civili in Yemen), o in Turchia che, sebbene faccia parte della NATO, dopo la guerra contro i curdi (il segretario generale della Nato Stoltenberg ha avuto il “cattivo gusto” di affermare che “la Turchia si contenga ed eviti le vittime civili”) fa anche quella di Tripoli contro Bengasi, e vuole il gas di Cipro. Alessandro Profumo critica l’embargo sulle armi della Germania contro l’Arabia Saudita affermando che danneggia le possibilità dell’Europa di avere una industria della Difesa integrata. Il suo pensiero va a Leonardo che riceverebbe un danno visto che partecipa al programma con una quota del 36%, quindi il blocco dei 48 caccia significherebbe perdere un valore da 2 miliardi di euro.
L’industria bellica si nutre di guerra e Profumo sostiene una forte alleanza con gli USA: “stiamo beneficiando dell’allargamento del bilancio della Difesa americana, arrivato a livelli superiori al tempo della Guerra Fredda” visto che il gruppo genera i due/terzi dei ricavi nel business militare ed è esposto al mercato americano attraverso la controllata Drs (complessivamente Leonardo è presente negli Stati Uniti con oltre 20 siti e stabilimenti e 6mila dipendenti). Quindi non solo i venti di guerra sono una buona notizia per i titoli delle aziende del settore militare (+3,6% Lockheed Martin, +5,3% Northrop Grumman, +1,5% Raytheon, L3Harris +3,5%, Bae Systems +1,2%, Thales +0,6% e Leonardo +2%), ma anche le posizioni del premier Giuseppe Conte che non vuole un embargo sulle armi ai danni della Turchia perché “non frenerebbe in nessun modo la macchina militare” ma al contrario intaccherebbe duramente l'industria italiana e il gruppo Leonardo.
Si possono vendere armi anche su licenza, quindi non direttamente: Nel maggio 2018 il quotidiano turco Daily Sabah annuncia che il Pakistan ha annunciato l'acquisto di 30 elicotteri d'attacco T-129 Atak per 1,5 miliardi di dollari. T129 Atak è la versione dell’AgustaWestland A129 Mangusta costruita dalla Turchia su licenza ma lo sviluppo dell’avionica, dei sistemi d’arma, delle suite auto difensive, dei propulsori e della tecnologia impiegata per il casco integrato è prodotta in proprio. Tai (Turkish Aerospace Industries ) aveva firmato un accordo di collaborazione con AgustaWestland in base al quale Tai condivide la proprietà dei diritti intellettuali dei nuovi elicotteri e può commercializzare gli elicotteri d'attacco T-129 nel mondo tranne che in Italia e UK. Il via libera da parte di LHTEC, fornitore statunitense del motore, è diventato più probabile dopo anche gli Stati Uniti hanno venduto elicotteri d'attacco in Pakistan. Secondo la banca Akros (Banca d’Investimento del Gruppo BANCO BPM è un punto di riferimento per investitori istituzionali, aziende e privati che operano sui mercati finanziari), non è chiaro se Leonardo ottenga royalties sulla proprietà intellettuale ma, visto che AgustaWestland svolge ancora un ruolo nel programma Atak T-129 perchè fornisce Tai con i kit per il suo assemblaggio, dovrebbe ricevere almeno il 5% sul lavoro totale, equivalente a circa 60 milioni di euro.
Sempre nel 2018 Leonardo sigla un contratto, in qualità di prime contractor , per 28 elicotteri medi bimotore multiruolo NH90 (“Nh” sta per “Nato helicopter” progettato per rispettare gli standard della Nato) al Ministero della Difesa del Qatar. Il velivolo è prodotto da un consorzio europeo (Leonardo detiene il 32% del consorzio, il gruppo franco-tedesco Airbus il 62,5% e l’olandese Fokker il 5,5%) e ha un valore di più di 3 miliardi di euro. Leonardo ha dunque diritto ad un valore superiore alla sua partecipazione al consorzio stimato intorno al 40% del valore, circa un miliardo e 200 milioni di euro. L’azienda può così archiviare il 2018 con risultati “coerenti con l’obiettivo prioritario di crescita definito nel Piano Industriale” e, come precisa Profumo, con ordini che hanno raggiunto 15,124 miliardi grazie all’acquisizione del contratto NH90 Qatar per 3 miliardi. Il risultato positivo non significa che non ci sia bisogno di un accordo sindacale per 1.100 prepensionamenti nel biennio 2018-2019, finalizzato allo scopo di ridurre i costi nell'attuazione del piano industriale 2018-2022.
Ma quanti e quali istituti finanziano l’industria bellica e agevolano l’export militare italiano? Si è visto il ruolo di Sace-Simest, la società del Gruppo Cassa depositi e prestiti, polo dell’export e dell’internazionalizzazione, ma la tabella del sito Banche Armate conta circa 40 banche non solo italiane in cui sono transitati, sui loro conti correnti e depositi, 4,8 miliardi di euro per attività legate al commercio di armi e armamenti. In alcuni casi finanziano direttamente la produzione e la vendita di armi, e/o aiutano Leonardo e la sua filiera attraverso la sottoscrizione di linee di credito o attraverso soluzioni finanziarie. Nel dicembre 2018 Leonardo sottoscrive una linea di credito Term Loan di 500 milioni di euro con 13 banche domestiche ed internazionali per oltre il doppio dell’importo destinato al rifinanziamento di debiti esistenti. Nel giugno 2019 Leonardo firma un accordo con BNL, Cdp, Intesa Sanpaolo ed Elite (piattaforma internazionale del London Stock Exchange Group nata in Borsa italiana nel 2012 in collaborazione con Confindustria) per favorire la crescita sostenibile della filiera Aerospaziale e difesa attraverso il programma “ELITE Leonardo lounge”. Lo scopo è quello di migliorare la solidità finanziaria e supportare il processo di consolidamento e crescita dimensionale dei fornitori definiti strategici. Sono oltre 40 le aziende in ELITE che fanno parte della filiera di Leonardo provenienti da 12 diverse regioni e 10 settori, con un fatturato aggregato pari a oltre 1 miliardo di Euro e un totale di 5.770 dipendenti.
Nella “ELITE Leonardo lounge” potrebbero entrare anche le startup nate nel programma Open innovation hackathon (letteralmente maratona di esperti informatici) o “maratona di idee”, aperta a dipendenti e studenti che sono chiamati a realizzare un progetto innovativo. Sostanzialmente si può dire che Leonardo va a caccia di idee e premia start-up, università e sviluppatori su precise sfide. Ad esempio nell’evento “AIRtificial Intelligence” sull’AI nel settore aeronautico, hanno partecipato 14 startup selezionate da Leonardo e dall’Aeronautica Militare Italiana che dovevano identificare possibili soluzioni, che, attraverso l'intelligenza artificiale, ottimizzino gli interventi manutentivi e addestrativi in ambito militare aeronautico.
“Siamo tutti Leonardo”! è un concorso della Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine (rivista diretta da Peppino Caldarola, già direttore del quotidiano l’Unità affiancato dal giornalista e scrittore di destra Pietrangelo Buttafuoco) organizzato con il Miur che “ha l’obiettivo di stimolare la creatività dei giovani talenti e offrire loro l’opportunità di accostarsi al mondo della ricerca mettendo in pratica la propria inventiva personale”. Il concorso è un’occasione concreta per offrire alle scuole una ulteriore opportunità di crescita e partecipazione attiva nei settori dell’intelligenza artificiale e della robotica. I progetti vincitori vengono premiati con borse di studio ed eventuali stage presso le sedi territoriali di Leonardo.
La Fondazione Leonardo ha come presidente onorario Gianni De Gennaro, ex capo della polizia (ai tempi di Genova 2001) e dei servizi segreti, ora presidente di Leonardo e del Centro studi americani. De Gennaro ha voluto come presidente della fondazione Luciano Violante, ex magistrato e parlamentare del PCI. In una famosa lettera Giorgio Bocca contestò Violante e gli scrisse…” Insediandosi alla presidenza della Camera Lei ha proposto una revisione del fascismo di Salò, ci ha esortato a ‘capire quei giovani’…”. Alla fine il suo discorso fu applaudito da Alleanza Nazionale). Sempre De Gennaro fa nominare Enrico Savio capo della nuova “unità organizzativa” detta “Strategy & Market Intelligence” di Leonardo. Poliziotto stretto collaboratore di De Gennaro è stato vicedirettore del Dis (il Dipartimento che coordina le Agenzie di intelligence) con il ruolo di vicario. Infine inserisce Paolo Messa come Direttore Relazioni Istituzionali Italia. Paolo Messa è stato direttore del Centro Studi Americani ed è Membro del Comitato strategico del Ministero degli Affari Esteri e Nonresident Senior Fellow at the Atlantic Council (Washington DC).
Nel 2014 Selex Es inaugura a Chieti un centro per la cyber security costituito dal Security Operation Center (SOC) e dall'Open Source Intelligence Center in cui è installato il supercalcolatore (High Performance Computer). L’area in cui il Soc è ubicato è protetta da ogni intrusione fisica e vi lavorano oltre 170 persone, di cui un centinaio impiegate direttamente in attività di cyber security. Il supercalcolatore è stato costruito in Italia dall’Eurotech, ha una potenza di circa 500mila miliardi di operazioni al secondo (teraflop) ed è posizionato all’interno di una cella ignifuga, resistente all’acqua, alle catastrofi naturali ed è impenetrabile grazie a pareti d’acciaio e sistemi di massima sicurezza. Fra le risorse monitorate, scrive la rivista Wired, “non mancano i social media, i forum e i blog tematici, perché la sicurezza informatica non è solo questione di attacchi cyber ma anche di segnali e tracce che possano fare intuire la preparazione di attentati o sommosse. Per questo motivo è necessario tastare costantemente il polso di ciò che viene normalmente definito il “sentiment”, ovvero la percezione delle persone e le rispettive reazioni”. Fra gli attacchi vi sono anche quelli verso i sistemi idrici, di illuminazione e o altre strutture critiche. Nel comunicato di inaugurazione del centro si legge che “A Finmeccanica - Selex ES fa capo il maggiore progetto di Cyber Security mai aggiudicato fuori dai confini degli Stati Uniti: la rete di protezione cyber della NATO.. per cui.. garantirà la sicurezza delle informazioni a circa 50 siti e sedi dell’Alleanza Atlantica in 28 Paesi in tutto il mondo, per un totale di oltre 20.000 utenti”.
In Italia Leonardo ha sedi, oltre che in Abruzzo, in maniera particolarmente elevata in Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte, Puglia, Liguria e Toscana. Come si vedrà nell’elenco non compaiono più i nomi delle singole aziende ma solo le divisioni:
Lombardia : Divisione Elicotteri: Cascina Costa (Cascina Costa è la sede centrale della Divisione Elicotteri e centro di eccellenza per la progettazione e produzione delle trasmissioni, per l’integrazione avionica e per le attività di volo sperimentali), Sesto Calende (sede della “A. Marchetti” Training Academy, è il quartier generale dei servizi di addestramento dell’azienda. Vi si tiene una completa gamma di corsi per piloti e manutentori), Vergiate (A Vergiate avviene l’assemblaggio finale degli elicotteri AW139, AW169, AW189 e AW109, dai sistemi istallati a bordo al design degli interni), Divisione Velivoli: Venegono Superiore (velivoli da addestramento M345 e M346), Divisione Elettronica: Brescia (Disegniamo e sviluppiamo le torrette navali di piccolo calibro e gli armamenti aeronautici), Nerviano (Sviluppiamo e produciamo radar e computer avionici, equipaggiamenti spaziali), Spazio: Gera Lario Telespazio - Centro Spaziale Lario
Piemonte : Divisione Velivoli : Caselle Nord (Torino) A Caselle Nord avviene lo sviluppo, la produzione e l’assemblaggio finale dei velivoli militari Eurofighter. Caselle Sud: Sviluppiamo, produciamo e svolgiamo l’assemblaggio finale di velivoli militari Eurofighter. Novara-Cameri: A Cameri avviene l’assemblaggio finale del velivolo F-35. Divisione Elettronica: Caselle Nord (Torino)
Nel novembre 2019 a Torino è stato presentato il progetto di una cittadella dell’aerospazio da realizzarsi fra corso Marche e corso Francia. L’azienda, in collaborazione con il Politecnico di Torino e il supporto di Comune, Città Metropolitana, Regione Piemonte, Distretto Aerospaziale e Confindustria, si propone così come fautrice di “modelli di riqualificazione urbana da replicare anche in altre realtà”. Ricordando a tutti che il sistema Leonardo vale quasi un miliardo in Piemonte, l’azienda crea a sua immagine e somiglianza un nuovo polo tecnologico nell’area industriale di sua proprietà. Un polo universitario, piccole e medie imprese e start up innovative saranno affiancate da aree educative e museali dedicate allo spazio con la realizzazione di uno “Space Center”. L’investimento iniziale è di 130 milioni di euro: 30 stanziati da Chiamparino, 50 dai fondi per Torino area di sviluppo complessa e altri 50 ancora dalla Regione, attingendo ai fondi europei in cofinanziamento.
Friuli Venezia Giulia : Divisione Elettronica: Ronchi dei Legionari (Sviluppiamo e produciamo velivoli senza pilota, aerobersagli, sistemi di simulazione).
Liguria : Divisione Elettronica: La Spezia (Produciamo torri di piccolo, medio e grande calibro terrestri, cannoni navali di medio e grande calibro, munizionamento guidato, lanciatori per missili), Divisione Cyber Security: Genova (Presso il sito di Genova sviluppiamo e produciamo sistemi di automazione e sistemi di comunicazione militare).
In occasione dell'Innovation Award 2019, Roberto Cingolani, Chief Technology and Innovation Officer di Leonardo (proviene dall’Istituto Italiano di Tecnologia), annuncia lo sbarco di uno dei cervelloni più potenti del mondo nel primo dei centri della rete dei Leonardo Labs a Genova. I lavoratori interessati si occuperanno, oltre che al supercalcolo, di Big data, l'intelligenza artificiale e il computing quantistico. Il supercomputer dovrebbe essere completato prima dell’autunno 2020 e la prima accensione è prevista entro fine anno e sarà allocato nell’ex torre di sedici piani del gruppo a Genova che fino a pochi anni fa ospitava la sede Selex. A gennaio però vi sono state due ore di sciopero dei lavoratori di Leonardo in quanto non disponibili ad operazioni tese a ridimensionare il sito. Nel comunicato delle RSU si spiegano le motivazioni: "contro la volontà del management di portare la Bu Automazione fuori dal perimetro di Leonardo; per sollecitare chiarezza sullo sviluppo industriale della divisione cybersecurity; per rivendicare il rispetto, la difesa e lo sviluppo delle attività e dei prodotti del sito nella sua interezza (da ElectronicsITA, frutto della fusione di Etn e Sas, a It corporate)".
Cingolani spiega la rete dei Leonardi Labs riprendendo un comunicato aziendale:: “L’obiettivo dei Leonardo Labs è diventare driver dell’innovazione nell’arco di 5-10 anni”. Mentre Genova ospiterà il supercomputer dedito al supercalcolo, poco più a Nord, a Torino, si effettueranno ricerche sui velivoli mentre a Cascina Costa (Varese) sugli elicotteri. A Roma si studierà l’elettronica, mentre a Napoli materiali futuristici e sostenibili per rendere i velivoli del futuro meno inquinanti. Tanti nodi di una rete iperconnessa che vedrà nella tecnologia 5G la propria dorsale”.
Veneto : Divisione Elicotteri: Tessera (Venezia) Presso questo stabilimento si realizza l’assemblaggio finale, il collaudo e la consegna degli elicotteri NH90.
Toscana : Divisione Elettronica: Livorno (Nel sito di Livorno avviene la progettazione e la realizzazione di sistemi subacquei altamente tecnologici), Firenze, Campi Bisenzio (Sviluppiamo e produciamo sistemi elettro-ottici militari, sensori spaziali, sistemi di comunicazione professionale).
Lazio : Leonardo Spa Roma - Sede centrale società Leonardo, Divisione Elicotteri: Anagni (Sito specializzato nello sviluppo, produzione e riparazione delle pale e nella attività relative alla produzione di strutture in materiale composito per tutti gli elicotteri Leonardo), Frosinone (Lo stabilimento fa parte del Centro di Eccellenza Trasmissione e Parti Meccaniche ed è specializzato nella produzione di teste rotori e mozzi e nella manutenzione, riparazione e revisione degli Elicotteri Leonardo), Divisione Elettronica: Pomezia (Sviluppiamo e produciamo sistemi di comunicazione militare, sistemi avionici oltre al supporto logistico per i velivoli), Latina (A Latina sviluppiamo e produciamo sistemi tecnologici per le comunicazioni militari), Roma Tiburtina (Presso questo sito progettiamo, sviluppiamo e collaudiamo radar terrestri e navali), Divisione Cyber Security: Roma Laurentina (Progettazione e sviluppo di sistemi per la sicurezza delle infrastrutture critiche e per la cyber security e sistemi informativi complessi per la pubblica amministrazione centrale e locale), Spazio: Roma Tiburtina - Telespazio Spa
Abruzzo : Divisione Elettronica - L'Aquila (A L’Aquila sviluppiamo e produciamo sistemi di identificazione IFF (Friend or Foe), Divisione Cyber Security: Chieti Scalo (Il Security Operation Center di Chieti protegge le infrastrutture nevralgiche italiane e internazionali, garantendo la nostra sicurezza in tempo reale), Space: Ortucchio (AQ) Presso il Centro Spaziale del Fucino si svolgono attività di controllo in orbita di satelliti, servizi di telecomunicazioni, televisivi e multimediali. Telespazio - Centro Spaziale Fucino
Campania : Divisione Elicotteri: Benevento (Nel Centro di Eccellenza di Benevento si svolgono le attività relative alla produzione e realizzazione di fusioni in leghe leggere di alluminio e magnesio destinate a tutti gli elicotteri Leonardo), Divisione Aerostrutture: Nola (Con l’impiego di addetti altamente specializzati e con un elevato livello di integrazione ed automazione industriale, produciamo aerostrutture per vari programmi anche con partner internazionali), Pomigliano d'Arco (Presso questo sito produttivo si effettuano le lavorazioni di assemblaggio di aerostrutture primarie e di fusoliere complete, inclusi i sistemi), Divisione Elettronica: Giugliano (Presso il sito si producono schede e assiemi per radar e comunicazioni, microelettronica, e customer support), Bacoli (Fusaro) Sviluppiamo e produciamo radar 2D, 3D e AESA militari e per il controllo traffico aereo. Effettuiamo test e integrazione, Spazio: Napoli Telespazio - Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA)
Puglia: Divisione Elicotteri: Brindisi (Il Centro di Eccellenza Aerostrutture di Brindisi comprende attività quali assemblaggio strutturale, personalizzazione e completamento, lavorazione lamiere, incollaggio, galvanica e verniciatura), Divisione Aerostrutture: Foggia (Produciamo gli impennaggi verticali in composito per velivoli commerciali), Grottaglie (Taranto) Siamo specializzati nella produzione di grandi aerostrutture per velivoli commerciali, Divisione Elettronica: Taranto (Progettiamo e sviluppiamo sistemi di comando e controllo per applicazioni navali ed aerospaziali)
Calabria : Divisione Cyber Security: Lamezia Terme
Sicilia : Divisione Elettronica: Palermo (Sviluppiamo sistemi di amplificazione segnali microonde per applicazioni avioniche e militari)
Sardegna : Divisione Cyber Security: Sassari
Basilicata : Spazio: Telespazio - Centro Spaziale Matera
Leonardo ha una forte presenza industriale oltre che in Italia nel Regno Unito, Stati Uniti e Polonia, e ha collaborazioni nei più importanti mercati del mondo. Le sussidiarie e joint venture sono: Leonardo Drs (100%) , Leonardo International (100%) che unisce in un’unica entità le società interamente di proprietà di Leonardo e le filiali, presenti in 22 paesi: India, Australia, Brasile, Malesia, Arabia saudita, Kenya, Germania, Portogallo, Spagna, Belgio, Kuwait, Turchia, Romania, USA, Canada, Cina, Pakistan, Polonia, Qatar, Bahrein, Singapore, Indonesia, Sud Corea, Giappone, Algeria, Brasile.
In particolare la controllata Drs “sebbene sia difficile da controllare, non sarà venduta” chiarisce Alessandro Profumo: “Drs ci permette di partecipare a programmi classificati, in cui occorre dare garanzie particolari. Quello degli Stati Uniti rappresenta per Leonardo il 28% del fatturato
complessivo, L’azienda è stata interamente ristrutturata e oggi va verso la redditività a due cifre”.
Nel marzo 2017, Leonardo, attraverso la controllata statunitense Leonardo DRS, aveva firmato l’accordo definitivo per l'acquisto di Daylight Solutions, Inc., azienda leader nello sviluppo di prodotti laser a tecnologia a cascata quantica.
Vitrociset (100% Leonardo) Il 31 gennaio 2019 ha avuto luogo il closing dell’operazione di acquisto del 98,54% di Vitrociset, che, oltre che a lavorare per i Servizi Segreti, fa progettazione, sviluppo e produzione di prodotti, servizi e supporto integrati per Forze militari, agenzie di intelligence e per i principali contractor della difesa in tutto il mondo. Le aree di attività comprendono: naval power & electronics, network & computing, sistemi elettro-ottici e ad infrarosso, supporto al combattimento e sistemi di protezione difensiva, electronic warfare, e comunicazioni globali.
Fata Logistic Systems (100% Leonardo LGS), Telespazio (67% Leonardo – 33% Thales), Thales Alenia Space (67% Thales – 33% Leonardo), MBDA (37.5% Airbus, 37.5% BAE Systems, 25% Leonardo), ATR (50% Leonardo – 50% Airbus), Elettronica (31.33% Leonardo), Avio (25.88% Leonardo).
Nel 2016 acquista il 100% del capitale di Sistemi dinamici spa con sede a Pisa per rafforzare il settore “unmanned” grazie all’acquisizione del programma relativo al nuovo elicottero leggero a pilotaggio remoto SD-150 “Hero” e nel 2019 apre un nuovo stabilimento.
Per quanto riguarda le armi autonome, Leonardo nel giugno 2019 ha siglato un accordo con sei università per lo sviluppo di competenze e tecnologie legate all'intelligenza artificiale applicata ai droni. Le università selezionate sono il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, Università di Bologna, Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, Università di Tor Vergata Roma e Università di Napoli Federico II. Dal comunicato di Leonardo emerge che “Basato su un modello di collaborazione mai sperimentato finora, il contest di Leonardo consiste in una sfida in cui sei università italiane competeranno per progettare prototipi di un drone in grado di volare in maniera autonoma e senza un sistema di navigazione, usando logiche di Intelligenza Artificiale”.
A questo punto è necessario riportare l’appello “Mettiamo al bando le armi autonome”: “L’esistenza di una vita umana non dovrebbe mai essere delegata a una macchina”. La dichiarazione è il cuore stesso del Lethal Autonomous Weapons Pledge, l’impegno pubblico a mettere al bando, e dunque a rinunciare a progettare e costruire, le “armi autonome letali”, firmato da 2.400 ricercatori e rappresentanti di 150 aziende operanti nel campo dell’IA, intelligenza artificiale”.
I droni prodotti da Leonardo sono: Drone bersaglio Mirach 100-5 e 49, Crex B, Sw-4 Solo, AW Hero, Falco Xplorer e Falco Evo, e partecipa al programma European MALE RPAS e al dimostratore tecnologico nEUROn.
Nel febbraio 2019 Nasce D-Flight, la società per la gestione del traffico aereo dei droni. Il capitale della nuova società sarà detenuto per il 60% da ENAV e per il 40% Leonardo in partnership con Telespazio e IDS-Ingegneria Dei Sistemi. A febbraio diventa operativa UTM system & Service che ha acquisito una partecipazione nella D-FLIGHT S.P.A. pari al 40% del Capitale Sociale creata per gestire i servizi connessi.
Nell’agosto 2019 Leonardo cede la partecipazione in Eurotech a Emera (pari a 18 milioni di euro). Eurotech è una società dedicata alla ricerca, sviluppo e produzione di computer miniaturizzati e di computer ad elevate prestazioni.
Gli appaltatori della difesa USA uniscono le forze: Si ritorna al periodo delle fusioni che tra il 1980 ed il 2002 determinarono la creazione di cinque grandi imprese della difesa (su 51) in grado di monopolizzare il mercato. Nel 1997 Lockheed Martin, Boeing, Northrop Grumman, e Raytheon fornivano circa il 30% di tutti gli acquisti del Dipartimento della Difesa statunitense (dati BICC) a cui si aggiunse General Dynamics. Così sebbene i funzionari del Pentagono e dell’antitrust abbiano scoraggiato tali operazioni, ci sono analisti che le difendono perché le società interessate fanno linee di prodotti che non si sovrappongono.
La fusione operata a giugno 2019 fra United Technologies e Raytheon (valutata oltre 100 miliardi di dollari) ha dato vita alla seconda società di difesa aerospaziale dopo Boeing (un fatturato di circa 74 miliardi di dollari) La nuova società Raytheon Technologies Corp intensifica il consolidamento nel settore aerospaziale e della difesa rispondendo alle pressioni del Pentagono che vuole tagli ai costi e più investimenti nelle nuove tecnologie, quali i sistemi spaziali e la sicurezza informatica. Lo scorso anno un terzo delle entrate delle due società nel settore aerospaziale e della difesa, circa 25 miliardi di dollari, provenivano dal Pentagono. Il 20 gennaio 2020 Bae (l gruppo della difesa britannico) compra asset da United Technologies e Raytheon per oltre 2 miliardi di dollari nell'ambito del processo di finalizzazione della loro fusione. Bae acquisirà in particolare un sistema di geolocalizzazione militare da Collins Aerospace, una consociata di United, per circa 1,9 miliardi, e subentrerà anche per 275 milioni di dollari all'attività radio tattica aerea di Raytheon. Nel 2015 Lockheed Martin aveva raggiunto un accordo per rilevare, per 9 miliardi di dollari, Sikorsky Aircraft, leader mondiale della produzione di elicotteri commerciali e militari che tra l'altro costruisce il celebre Marine One, l'elicottero del presidente degli Stati Uniti. A vendere era stata United Technologies. Nel 2018 Northrop Grumman acquisisce Orbital ATK, un produttore di motori missilistici e razzi spaziali. Sempre nel 2018 General Dynamics compra, a fronte di un esborso di 9,6 miliardi di dollari, il provider di informazioni tecnologiche (IT) CSRA, che andrà ad inserirsi nella divisione Information Systems and Technology di General Dynamics. Per quanto riguarda i grandi costruttori navali, negli USA sono due, General Dynamics e Huntington Ingalls Industries.
In Europa si è appena costruita una joint-venture fra l’Italiana Fincantieri e la francese Naval Group, che assicurerà la protezione di asset sovrani e che avrà sede a Genova con una controllata ad Ollioules, per supportare le due Marine e gettare le basi per il consolidamento dell’industria europea della difesa. Sempre in Europa nel dicembre 2019, Airbus Group SE, già creata dalla fusione avvenuta il 10 luglio 2000 tra la tedesca DaimlerChrysler Aerospace AG (DASA), la francese Aérospatiale-Matra e la spagnola Construcciones Aeronáuticas SA (CASA), acquisisce la società americana di automazione industriale MTM Robotics, un’operazione che conferma l’impegno di Airbus nell’espansione delle competenze robotiche avanzate per i suoi processi di produzione. “L’acquisizione segna l’ultimo passo nel percorso industriale di Airbus, volto a sfruttare i vantaggi in termini di tempi e costi associati all’uso della robotica nella produzione e nell’assemblaggio degli aeromobili commerciali. “La competitività di domani sarà determinata sia dalla progettazione del migliore aeromobile sia dalla costruzione del sistema di produzione più efficiente”, afferma Michael Schoellhorn, Chief Operating Officer di Airbus”. Airbus sviluppa e commercializza aeromobili civili e militari, sistemi di comunicazione, missili, vettori spaziali, satelliti artificiali e sistemi collegati.
Inoltre vi è un progetto voluto dal francese Macron di avviare una fusione fra Thales Alenia Space e Airbus Defence & Space, operazione in linea con i piani del presidente di ampliare il mandato delle sue forze aeree per coprire la difesa spaziale. La mossa include piani per istituire un comando spaziale che, pronti ad adattarsi anche ad un “quadro europeo”, è volta a rafforzare l’autonomia strategica della Francia. Le due aziende potranno in questo modo dare vita a un campione del mondo con circa 4 niliardi di euro di vendite dietro il colosso statunitense Lockheed Martin. Delle italo-francesi Thales Alenia Space e Telespazio (Leonardo 67% e Thales 33%), due società di Space Alliance, sono complementari in quanto la prima lavora nei sistemi satellitari e la seconda nei servizi ad essi associati, la parte italiana potrebbe mettere un veto alla fusione, ma cosa faranno Bruxelles (antitrust) e Roma non è chiaro.
Alcuni dati: In Europa il settore A&D ha un volume d'affari di 93,7 miliardi di euro e 1,5 milioni di occupati di cui 500.000 diretti. Negli USA il settore occupa 2,5 milioni di lavoratori che rappresenta circa il 2% della base occupazionale nazionale e i 20% della forza lavoro manifatturiera.
Il 19 gennaio 2020 Il Sole 24 Ore pubblica l’articolo “Torna la suggestione (per ora politica) delle grandi fusioni” in cui si legge: “È poco più di una suggestione politica, non priva di fondamento. Ma dentro qualche palazzo governativo si è tornati a parlare di grandi fusioni tra società strategiche per l’interesse – e forse anche la sicurezza – nazionale. L’idea di fondo, dalle privatizzazioni in avanti, è rafforzare la solidità del sistema industriale e societario per competere e, soprattutto, renderlo robusto alle incursioni straniere (non gradite). “Creare colossi forti nella dimensione e nel contenuto capaci di competere con giganti nati con la globalizzazione”. Riguardo alla possibilità di fusione fra Fincantieri-Leonardo, l’idea non piace al top management di entrambe le società. Per ora basta la joint-venture Orizzonti sistemi navali ( 51% di Fincantieri e 49% Leonardo che si occupa del programma italo-franceseFREMM). C’è da ricordare che Leonardo-Finmeccanica faceva parte del gruppo IRI ed aveva un fatturato nel 1997 di 15.550 miliardi di lire, di cui 4.000 miliardi di fatturato militare. L’occupazione totale era di 61.200 addetti. Nel 2000 l’IRI cede la quota ancora posseduta in Finmeccanica. Sempre nel 2000 l'Assemblea Straordinaria dell'IRI spa delibera lo scioglimento dell'IRI. Anche Fincantieri faceva parte dell’IRI con una occupazione totale nel 1996 di circa 10.000 lavoratori di cui circa 2.000 in attività militari. Nel 1997 la Difesa italiana spendeva circa 5.000 miliardi di lire per investimenti in equipaggiamenti e date autorizzazioni per esportazioni definitive di armamenti per un valore pari a 2.065 miliardi di lire. Complessivamente il fatturato complessivo dell’industria militare si aggirava intorno ai 6.000 miliardi di lire.
Per quanto riguarda invece la necessità di avviare una trasformazione digitale nel settore della difesa, Alessandro Profumo prende come esempio la francese Thales che ha centrato tutta la sua strategia digitale, ma differenziandosene : Tutta la nostra attività è centrata sul digitale. Forse non pubblicizziamo programmi specifici, ma il digitale è la base di ogni iniziativa”. In effetti Thales , che dichiara di collaborare col MIT, dirige il 20% delle sue vendite verso la ricerca e sviluppo , impiega 22.000 tra scienziati e ingegneri in tutto il mondo e detiene 15.000 brevetti. Il gruppo si occupa d'elettronica specializzato nell'aerospaziale, nella difesa, nella sicurezza e nel trasporto terrestre (Thales Alenia Space è una joint-venture con Leonardo).
L’intelligenza artificiale nell’azienda permette di effettuare l’analisi predittiva per le attività di manutenzione, facilita la produzione con dispositivi connessi che forniscono informazioni in tempo reale agli operai in officina, aumenta il livello di automazione avanzato per liberare il lavoratore dalle attività ripetitive e una maggiore risposta in tempo reale ai problemi e ai reclami dei clienti. E’ tutto da verificare quanto l’IA sia adottata nelle divisioni di Leonardo anche solo in fase di sperimentazione. La sua introduzione significa riqualificare la forza lavoro. Altrettanto l’enfasi posta sui risultati ottenuti non corrisponde chiarezza, investimenti e perimetro di mercato delle varie divisioni. Inoltre non si capisce la direzione della politica industriale del gruppo, dalle sue alleanze estere alla organizzazione del lavoro e scelta del core businness, se non che si pone in perfetta analogia con l’indeterminatezza espressa dai governi italiani sui dossier strategici di politica estera e di difesa.
Nel 2016 Leonardo si è trasformata in One Company assorbendo le società controllate (AgustaWestland, Alenia Aermacchi, Selex ES, OTO Melara, WASS) e articolandosi in sette divisioni corrispondenti ai segmenti di business. Tutte le divisioni sono attraversate nel la organizzazione e nel processo produttivo dalle nuove tecnologie quali IA, big data, robotica/sistemi autonomi, simulazione, cifrature, capacità di calcolo, realtà aumentata, ecc. Per quanto riguarda l’innovazione di prodotto ogni divisione si avvarrà delle tecnologie pertinenti. Con Profumo le divisioni diventano cinque:
Divisione Elettronica, Cyber Security, Elicotteri, Velivoli e Aerostrutture. Infine c’è il settore Spazio.
Nella divisione elettronica sono confluite le vecchie divisioni elettronica per la difesa terrestre e navale, sistemi avionici e spaziali e sistemi di difesa. Alla nuova divisione sarebbero andate anche le due linee di business Traffic Control System e Automazione afferenti alla divisione sistemi per la sicurezza e le informazioni. Nel complesso si tratta di una divisione da 5,5 miliardi di euro di ricavi. Questa nuova realtà raggruppa tutte le attività elettroniche del gruppo ex SELEX, quelle relative ai sistemi di difesa con artiglierie navali e terrestri, torrette per mezzi corazzati, siluristica e sensoristica subacquea (ex OTO Melara e WASS).
Altra nuova divisione è la Cyber Security con sede a Genova. In quella divisione sono confluiti la LoB Cyber Security & ICT Solutions e la LoB Homeland Security & Critical Infrastructures della divisione sistemi per la sicurezza e le informazioni. Il comunicato di Leonardo informa che “Il nuovo laboratorio di Intelligenza Artificiale di Leonardo dedicato al controllo di sistemi per la sorveglianza, delle infrastrutture, del trasporto urbano, delle condizioni meteorologiche, della sicurezza urbana e di molto altro ancora”. Inoltre è presente una innovativa piattaforma dotata, oltre che di sistemi per la sorveglianza e la sicurezza, anche di algoritmi di riconoscimento facciale, di rilevazione, classificazione, conteggio e di re-identificazione di centinaia di classi di oggetti diversi. La divisione cyber conta 1.500 dipendenti. Il suo fatturato vale poco più del 3% circa di quello di Leonardo.
A Genova Alessandro Profumo ha siglato un protocollo d’intesa finalizzato allo sviluppo di progetti e dimostratori tecnologici per la prevenzione, la salvaguardia e la sicurezza dell’ecosistema territoriale ligure insieme al sindaco, al presidente della Regione Liguria e al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Le soluzioni tecnologiche di Leonardo riguarderanno diversi ambiti quali monitoraggio del territorio, mobilità, servizi ai cittadini, sicurezza, efficienza energetica, tracciabilità delle merci e resilienza dei cyber sistemi.
Spazio: Per quanto riguarda il settore Spazio il coordinatore delle attività spaziali di Leonardo, Luigi Pasquali, afferma che è il momento di rafforzare lo sviluppo delle applicazioni e dei servizi. Esa, l’agenzia spaziale europea sostiene un budget pari a circa 14,4 miliardi di euro in tre anni che vede l’interesse anche dell’Italia. Stando al quotidiano La Repubblica vi sono state forti pressioni politiche americane affinché l’Italia congeli l’accordo con la Cina per la costruzione della stazione spaziale cinese Tiangong 3, che verrà messa in orbita nel 2022. Secondo l’analista Alessandro Aresu di Limes: “Se scorriamo l’ultimo rapporto al Congresso della U.S. – China Economic and Security Review Commission di novembre 2019, possiamo scorgere la profondità della preoccupazione americana per gli sviluppi cinesi in materia spaziale. Il ruolo cinese nello spazio è considerato nella sezione dedicata alle ambizioni globali di Pechino, assieme all’apparato militare, i rapporti con la Russia e le dinamiche regionali in Oceania e Singapore. Pechino contende la final frontier a Washington, nel linguaggio del Congresso col tocco di Gene Roddenberry. L’obiettivo di Pechino è quello di alimentare una via della seta spaziale, anche usando società basate a Hong Kong per aggirare il controllo americano sulle esportazioni”. Nell’ottobre del 2019 si era firmata una dichiarazione d’intenti fra la NASA e l’agenzia spaziale italiana per la partecipazione italiana al programma Artemis degli Stati Uniti. L’Italia dovrebbe lavorare in particolare sui moduli abitati, nano-satelliti e sistemi per l’approdo sulla Luna.
I risultati delle divisioni al 30 settembre 2019 sono riportati così come presentati da Leonardo:
Elicotteri: L’andamento dei primi nove mesi del 2019 conferma l’efficacia del percorso intrapreso nel 2018, mostrando una solida performance, con ricavi e redditività in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Positivo anche l’andamento commerciale, seppur con volumi di ordini inferiori rispetto al periodo a confronto che aveva beneficiato della registrazione del contratto NH90 Qatar per circa 3 miliardi di euro. Tra i principali ordini del periodo si segnalano i contratti relativi alla fornitura di 23 elicotteri tattici NH90 al Ministero della Difesa spagnolo e la fornitura di 4 elicotteri AW101 navali multiruolo al Ministero della Difesa polacco, oltre agli ordini relativi ad attività di Customer Support and Training. I ricavi sono in crescita rispetto a settembre 2018 per effetto delle maggiori attività su programmi governativi e sul Customer Support and Training che hanno più che compensato le minori consegne di elicotteri per clienti civili (a settembre 2019 sono stati consegnati complessivamente 91 nuovi elicotteri rispetto ai 113 dello stesso periodo del 2018). L’EBITA è in crescita rispetto a settembre 2018 per effetto dei maggiori ricavi e del miglioramento della redditività, per effetto del favorevole mix di attività svolte su programmi in ambito governativo e Customer Support and Training nonché della revisione dei termini del pension scheme del Regno Unito.
Elettronica per la Difesa e Sicurezza: I primi nove mesi di quest’anno sono stati caratterizzati da una buona performance sia dal punto di vista commerciale che economico, con ordini, ricavi ed EBITA in crescita rispetto al precedente esercizio. Gli ordini sono in crescita rispetto a settembre 2018 per effetto di quelli acquisiti sia in ambito Elettronica per la Difesa e Sicurezza Europa che in Leonardo DRS. Tra le principali acquisizioni del periodo si segnalano, per Leonardo DRS, l’ordine per i comandi di missione dell’Esercito statunitense per la produzione dei sistemi informatici di nuova generazione, denominati Mounted Family of Computer Systems (MFoCS) II, per la Divisione Elettronica l’ordine export per la fornitura di un sistema di combattimento navale e, nel Regno Unito, gli ordini in ambito Airborne Systems per le attività di sviluppo di sistemi avionici radar a scansione elettronica e sistemi di comunicazione. Per il business Automation, si segnalano gli ordini per il rinnovo di sistemi di smistamento bagagli rispettivamente per l’aeroporto internazionale di Ginevra e per quello di Atene. I ricavi sono in crescita rispetto al 2018 principalmente per le maggiori attività di Leonardo DRS ed in ambito Airborne Systems, oltre che per l’effetto positivo del cambio tra dollaro ed euro. L’EBITA è in aumento rispetto ai primi nove mesi del 2018 per effetto dei maggiori volumi. Il ROS si conferma su buoni livelli, pur risentendo di un mix di ricavi ancora caratterizzato da attività “passanti” e da programmi in fase di sviluppo o acquisiti in contesti particolarmente competitivi, fondamentali per il posizionamento su clienti chiave e per il raggiungimento degli obiettivi dei prossimi anni.
Aeronautica: Nel corso dei primi nove mesi del 2019 sono stati acquisiti ordini per un ammontare di 2 miliardi di euro di cui il 75% relativi alla Divisione Velivoli. Dal punto di vista produttivo sono state effettuate 123 consegne di sezioni di fusoliera e 62 consegne di stabilizzatori per il programma B787 (105 fusoliere e 63 stabilizzatori nei primi nove mesi del 2018) e 51 consegne di fusoliere per il programma ATR (64 nei primi nove mesi del 2018). Relativamente ai programmi militari sono state consegnati alla Forza Aerea di un Paese africano 2 velivoli C27J ed alla società Lockheed Martin 28 ali per il programma F-35 (20 nei primi 9 mesi del 2018), nell’ambito del quale è stato completato il primo velivolo destinato alla Forza Aerea olandese. Gli ordini sono in crescita rispetto ai primi nove mesi del 2018 per effetto delle maggiori richieste relative alla Divisione Velivoli sui programmi EFA, F-35 e per i velivoli da addestramento M345 e M346. Tra le principali acquisizioni del periodo si segnalano: per la Divisione Velivoli l’ordine per la fornitura all’Aeronautica Militare italiana di ulteriori 13 velivoli M345 e relativo supporto logistico per 5 anni, il primo ordine per la vendita 6 velivoli M346 nella nuova versione FT/FA ad un cliente estero, gli ordini dal Consorzio Eurofighter per servizi di ingegneria e supporto alla flotta dei velivoli EFA, dalla Lockheed Martin per il programma F-35 e da altri clienti per attività di supporto logistico per velivoli C27J, ATR Maritime Patrol e addestratori.
Divisione Aerostrutture: gli ordini per la fornitura di 50 sezioni di fusoliera B787, di 37 fusoliere ATR e quelli per le produzioni sui programmi B767, A321 e A220. I ricavi sono n crescita rispetto ai primi nove mesi del 2018 per i maggiori volumi di attività sul programma EFA-Kuwait nella Divisione Velivoli e per l’incremento dei rate produttivi dei programmi B787 e A220 nella Divisione Aerostrutture. L’EBITA è in linea con il risultato al 30 settembre 2018. I miglioramenti della Divisione Velivoli, che conferma ottimi livelli di redditività, e della Divisione Aerostrutture, la cui performance comincia a beneficiare delle azioni di efficientamento dei processi industriali, hanno compensato il minor risultato del Consorzio GIE-ATR, penalizzato dalle minori consegne effettuate nel periodo e dal diverso mix.
Spazio : L’andamento del periodo risente del peggioramento della performance del segmento manifatturiero, che ha registrato minori volumi di attività, in particolare per satelliti di telecomunicazioni, e maggiori costi su programmi di sviluppo relativi a piattaforme satellitari di nuova generazione. Questo peggioramento è stato solo in parte attenuato dalla componente servizi che, al contrario, evidenzia ricavi in crescita e un risultato netto in deciso miglioramento rispetto ai primi nove mesi del 2018, penalizzato dagli oneri ex legge 92/2012 (cosiddetta legge Fornero) sulle attività italiane.